L'Isis e l'attentato di Mosca?
Niger, Mali e Burkina Faso al centro dell'attività russa per proporsi come garante della sicurezza e quindi subentrare come "dominus"

L‘ISIS, noto anche come Stato Islamico, è un’organizzazione jihadista che ha rivendicato la responsabilità di numerosi attentati in tutto il mondo, inclusi potenziali attacchi a Mosca.

Fondato nel 1999, l’ISIS ha guadagnato notorietà globale nel 2014, quando ha iniziato a conquistare vasti territori in Iraq e Siria, dichiarando un “califfato”.

 Bashar al-Assad e Putin
Bashar al-Assad e Putin

Origini e sviluppo

L’ISIS ha le sue radici in Al-Qaeda in Iraq, ma si è separato da quest’ultima per divergenze strategiche e ideologiche. La sua ascesa è stata alimentata dal caos seguito all’invasione dell’Iraq del 2003 e dalla guerra civile siriana. Il gruppo ha sfruttato le tensioni settarie e il malcontento popolare per reclutare combattenti e espandere il suo territorio.

Finanziamenti

Il finanziamento  proviene da diverse fonti. Inizialmente, il gruppo ha saccheggiato banche e risorse nelle aree conquistate. Ha anche guadagnato attraverso il contrabbando di petrolio, la vendita di antichità rubate, il riscatto di ostaggi e le tasse imposte ai residenti nei suoi territori. Nonostante la perdita del controllo territoriale, l’ISIS continua a ricevere fondi tramite reti clandestine.

Supporto esterno

Le affermazioni di sostegno esterno all’ISIS sono state oggetto di dibattito. Alcuni rapporti suggeriscono che individui e gruppi in vari paesi abbiano fornito supporto finanziario all’ISIS, sebbene non vi sia un consenso su un appoggio statale diretto. Paesi come la Siria e l’Iraq hanno accusato vicini regionali di facilitare indirettamente la crescita dell’ISIS, ma queste accuse sono complesse e spesso legate a rivalità politiche.

La Russia ha un ruolo fondamentale: Geopolitica con intreccio di interessi economico-politici, attaccando i fondamentalisti per proporsi come garante delle sicurezza in diversi paesi africani

La Russia ha aumentato la sua presenza in Africa Occidentale, un’area ricca di risorse naturali. Il coinvolgimento di Mosca, sebbene indiretto, mira a contrastare i fondamentalisti religiosi, ma svela anche un interesse economico profondo, focalizzato sulle miniere e altre risorse preziose. Questo interesse si manifesta nel sostegno a governi africani durante eventi di instabilità politica.

Interessi economici e strategici

L’Africa Occidentale è ricca di risorse. Queste vanno dalle miniere di minerali preziosi a vasti giacimenti di petrolio e gas. La Russia, con il suo ampio know-how nel settore minerario e energetico, cerca di accedere a queste risorse. In cambio, offre sostegno politico e militare ai governi della regione.

Sostegno durante i colpi di stato

Negli ultimi anni, la regione ha assistito a colpi di stato in Niger, Mali e Burkina Faso. La Russia ha mostrato il suo appoggio ai nuovi governi. Questo sostegno si traduce spesso in aiuto militare, addestramento e fornitura di armi. Tale approccio rafforza la posizione di Mosca nella regione, offrendo ai governi africani un’alternativa ai partner occidentali.

Lotta contro il fondamentalismo

Il Cremlino si posiziona come un alleato nella lotta contro i fondamentalisti religiosi in Africa Occidentale. Attraverso il sostegno ai governi locali, Mosca si propone di combattere il terrorismo e aumentare la sicurezza regionale. Questo non solo risponde agli interessi di sicurezza ma consolida anche la presenza russa in aree strategiche.

Conclusione

La Russia vede l’Africa Occidentale come un teatro importante per espandere la sua influenza. Attraverso il sostegno ai governi in momenti critici, Mosca si assicura l’accesso a risorse preziose e si posiziona come un attore chiave nella lotta contro il terrorismo. L’interesse economico, abbinato all’obiettivo strategico di contrastare il fondamentalismo religioso, guida l’approccio russo nella regione.

Lotta contro l’ISIS

La lotta contro l’ISIS ha visto un’ampia coalizione internazionale impegnata a sconfiggere il gruppo. Operazioni militari in Iraq e Siria, condotte da forze locali e supportate da potenze straniere, hanno significativamente ridotto il territorio sotto il loro controllo. Tuttavia, il gruppo mantiene capacità di guerriglia e continua a ispirare attacchi terroristici a livello globale.

Conclusioni

Il gruppo terroristico rappresenta una minaccia alla sicurezza globale, con capacità di compiere attacchi terroristici oltre i confini dei territori che ha controllato. La comprensione delle sue origini, del finanziamento e del sostegno esterno è cruciale per contrastare efficacemente questa minaccia. La cooperazione internazionale rimane fondamentale nella lotta contro l’ISIS e il terrorismo globale.

Il gruppo degli attentatori sembrerebbe fare riferimento a uno dei diversi attori che genericamente chiamiamo ISIS:

L’ISIS-K, o Wilayat Khorasan, è la filiale afghana dell’ISIS. Emergendo nel 2014, mira a creare un califfato che includa non solo Afghanistan, Pakistan e Iran, ma anche nazioni dell’Asia Centrale come Turkmenistan, Tagikistan e Uzbekistan. Questo gruppo estremista si è fatto conoscere per la sua brutalità e per attacchi mortali, particolarmente in Afghanistan.

Obiettivi

L’obiettivo principale di ISIS-K è stabilire un califfato islamico nella regione del Khorasan. Aspira a un’espansione che vada oltre i confini attuali, includendo varie nazioni dell’Asia Centrale. La visione di ISIS-K è di un dominio governato secondo una rigida interpretazione della legge islamica, simile a quello che l’ISIS ha cercato di stabilire in Siria e Iraq.

Finanziamenti

I finanziamenti di ISIS-K provengono da diverse fonti. Queste includono il traffico di droga, soprattutto oppio e eroina, data la posizione dell’Afghanistan come uno dei maggiori produttori mondiali di oppio. Altre fonti includono il contrabbando, il rapimento per riscatto e donazioni da sostenitori. Nonostante la perdita di territori significativi da parte dell’ISIS in Medio Oriente, ISIS-K continua a ricevere fondi attraverso reti clandestine.

La minaccia regionale e globale

ISIS-K rappresenta una minaccia sia a livello regionale che globale. Ha condotto numerosi attacchi in Afghanistan, colpendo sia obiettivi governativi che civili. La sua presenza e attività aumentano l’instabilità in una regione già turbolenta. La comunità internazionale monitora da vicino ISIS-K, cercando di contrastarne l’influenza e le operazioni.

Conclusione

La presenza di ISIS-K nel Khorasan pone sfide significative alla sicurezza regionale e alla lotta globale contro il terrorismo. La comprensione dei suoi obiettivi, delle fonti di finanziamento e delle strategie è cruciale per sconfiggerlo. La cooperazione internazionale e gli sforzi regionali sono fondamentali per affrontare questa minaccia persistente.

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