Joe Biden e Gabriel Boric

A Los Angeles, in California, si è svolto dall’8 al 10 giugno il nono vertice delle Americhe convocato dal presidente USA Joe Biden.

Malgrado in passate edizioni avessero partecipato, sono stati esclusi Cuba, Venezuela e Nicaragua. Questo ha portato anche Arce, presidente della Bolivia, Obrador del Messico e il presidente dell’Honduras a non partecipare in prima persona. Per solidarietà.

Arce ha dichiarato: “l’America è una sola e non è”.

Anche Argentina e Cile, pur presenti, hanno fatto le loro rimostranze a Biden. Gabriel Boric ha rimarcato: “Ci rammarichiamo che il nostro anfitrione abbia optato per una politica di esclusione”.

Per altre ragioni non hanno partecipato al vertice di Los Angeles neanche Guatemala e Uruguay. Per fratture diplomatiche neppure il Brasile di Bolsonaro, opposto alle politiche di Biden.

Si è trattato insomma di un incontro fallito, dove non sono mancate le polemiche. Si è addirittura svolto un incontro parallelo degli esclusi: “Vertice dei popoli per la Democrazia”, sempre a Los Angeles.

Queste esclusioni rispondono ovviamente alla logica che, dopo l’Ucraina, vede gli USA voler imporre la propria egemonia da una parte, e la Cina dall’altra.

In Colombia abbiamo il secondo turno delle elezioni nazionali fra una settimana. Il cambiamento storico a sinistra è favorito, in un paese da sempre conservatore. Anche Lula, in vista del voto di ottobre in Brasile, è in testa ai sondaggi rispetto a Bolsonaro.

In questa cornice di Los Angeles appare difficile pensare a quel che si mormora in Italia, ovvero che il Cile sia prossimo a un golpe e alla guerra civile. Eppure è proprio quello che, stando qui nel Paese come Progetto Cile, ci dicono molte persone comuni.

La criminalità è in cima alle preoccupazioni delle persone poco politicizzate. Sarebbe favorita dalla migrazione colombiana e venezuelana, ma per la Vocera Camila Vallejo non è la vera prima preoccupazione dei cileni. Sarebbe insomma un leit-motiv imposto da una campagna mediatica e populista.

I sondaggi hanno fatto registrare una inversione di tendenza, tanto nel gradimento per il presidente Boric (salito di 8 punti) quanto per l’approvazione della nuova costituzione il 4 settembre, arrivata pressoché alla pari con il rifiuto.

E in mezzo molti indecisi.

La Vocera e Ministra Vallejo, del Partido comunista, ha dichiarato nelle ultime settimane che il governo avrà una sola coalizione.

E che punta a superare il neoliberismo andando per gradi.

Un progetto ambizioso. O coraggioso?

Utopie? Forse non proprio alla luce dei cambiamenti in atto nel mondo negli ultimi 10 anni, registrati in Europa dal rapporto quinquennale SOER 2020, che parlano di capitalismo occidentale da superarsi. Per salvare sia la Democrazia che l’Economia.

Così, il mondo della globalizzazione, quello di Los Angeles e di Davos, deve andare a Sinistra; e il mondo dell’Oriente si distacca da questa visione in un capitalismo di stato sotto partiti comunisti, con lo stalinismo come futura ideologia in Russia e il turbocapitalismo del PCC in Cina. In ogni caso, una separazione da guerra fredda ineludibile.

Forse un futuro molto ravvicinato.

E intanto, Los Angeles è un buco nell’acqua. Rischia più il democratico Joe Biden di essere scavalcato a Sinistra, o il socialista Boric di subire un golpe da estrema destra? Il futuro è incerto.

Lorenzo Proia

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