Re Mohammed VI del Marocco cosa ha fatto dopo il terremoto il 9 settembre

Il Marocco ha espresso il proprio “sdegno” per L’escalation militare in corso a Gaza da parte di Israele.

In una nota del ministero degli Esteri di Rabat si ribadisce “grande preoccupazione” a seguito del peggioramento della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza.

La nota spiega che a “più di tre settimane dallo scoppio degli scontri militari. I civili sono ancora nel mirino, provocando migliaia di vittime tra bambini e donne e decine di migliaia di feriti, senzatetto e dispersi”.

La diplomazia di Rabat sottolinea che i luoghi di culto, ospedali e campi profughi vengono ancora bombardati, recentemente quello di Jabalya. Missili e proiettili colpiscono sempre più casualmente strutture civili. Costringendo più di un milione di persone alla fuga e privando la popolazione di acqua, elettricità e carburante, generando così una situazione umanitaria catastrofica.

Il  Marocco afferma che tutti questi atti di escalation israeliani sono in contraddizione con il diritto umanitario internazionale e i valori umani comuni, e mette in guardia contro l’estensione del conflitto. All’interno dei territori palestinesi e la pericolosa espansione del perimetro della violenza fino a colpire le aree vicine, minacciando così la sicurezza e la stabilità dell’intera regione, sottolinea il ministero.

Il Marocco non può che esprimere il suo rammarico e il suo disappunto per l’inerzia della comunità internazionale, per la mancata assunzione delle proprie responsabilità da parte del Consiglio di Sicurezza e per l’incapacità dei paesi influenti di porre fine a questa situazione catastrofica, aggiunge.

Rabat ribadisce infine il proprio sostegno all’Autorità Nazionale Palestinese e alle sue istituzioni nazionali, sotto la guida del Presidente Mahmoud Abbas. Il Regno del Marocco chiede una riduzione della tensione che porti a un cessate il fuoco e l’apertura di corridoi umanitari.

Per facilitare l’ingresso degli aiuti in modo rapido, sostenibile e senza ostacoli, nonché il rilascio di prigionieri e detenuti. Con l’obbligo di aprire una prospettiva politica alla questione palestinese che ne consenta il rilancio la soluzione dei due Stati, come concordato dalla comunità internazionale, conclude il Ministero.

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