Yemen governo

Il ministro dell’Informazione yemenita ha sottolineato la necessità di intervenire per proteggere i siti archeologici e le antichità nello Yemen

Il ministro dell’Informazione yemenita, Muammar Al-Eryani, ha lanciato l’allarme per la tutela dell’identità nazionale in Yemen. Ha denunciato il coinvolgimento del regime iraniano e del gruppo Houthi nel “saccheggio organizzato” di antichità nelle aree sotto il controllo dei ribelli. Ha parlato anche del contrabbando di reperti per il commercio all’estero.

Al-Eryani è intervenuto tramite il suo account Twitter. Ha affermato che il regime iraniano lo sta facendo con la copertura di falsi progetti. Ciò rientra nel suo piano per cancellare i siti archeologici yemeniti, demolire l’identità nazionale e cancellare la storia yemenita.

Il ministro ha anche invitato la comunità internazionale, le Nazioni Unite e le organizzazioni e gli organismi internazionali, guidati dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO), a condannare le pratiche del regime iraniano. Secondo lui rappresentano “una flagrante violazione del leggi e convenzioni internazionali”.

I siti archeologici nei governatorati sotto il controllo delle milizie Houthi sono sottoposti a continui scavi. L’obiettivo è di ricercare tesori e antichità antiche che vengono contrabbandati all’estero e vendute in aste internazionali.

I leader Houthi stanno conducendo la distruzione sistematica di siti storici. Attraverso scavi non scientifici, lontano dalle autorità governative interessate a trattare con le antichità. Questi siti sono esposti all’intervento di bulldozer nonostante i continui appelli fatti dal governo yemenita per proteggere le antichità dello Yemen dall’estinzione a causa alle violazioni degli Houthi.

Il sogno di Abeer Al-Maqtari di studiare fuori dallo Yemen è svanito. Questo a causa delle nuove restrizioni imposte dalla milizia Houthi, sostenuta dall’Iran. Restrizioni che riguardano in particolare la libertà di movimento delle donne nelle aree sotto il loro controllo.

La 21enne ha raccontato all’AFP: “Ho ottenuto una borsa di studio al Cairo, ma gli Houthi non mi hanno permesso di lasciare l’aeroporto di Sana’a”. Lo scalo è da loro controllato sin dal 2014. La giovane ha denunciato la privazione dei suoi “ovvi” diritti.

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