23 Novembre 2024 21:00
Miliziani fanno irruzione nella sede di una compagnia privata che forniva servizi per le organizzazioni umanitarie
Decine di uomini armati Houthi mascherati hanno fatto irruzione nella sede della compagnia “Prodigy System”, nello Yemen. I miliziani hanno arrestato il direttore della compagnia e i capi dei dipartimenti. Li hanno portati in una destinazione sconosciuta.
Infatti, la capitale Sana’a, che è sotto il controllo della formazione filo iraniana, ha assistito all’irruzione nella sede di una società privata di sistemi elettronici. La compagnia operava nel campo dei sistemi di follow-up per progetti di organizzazioni umanitarie e di soccorso nello Yemen. I miliziani hanno saccheggiato tutto quanto si trovava al suo interno. Dopo hanno rapito un gran numero di dipendenti, compreso il direttore dell’azienda.
Fonti dei media yemeniti hanno affermato che decine di uomini armati Houthi mascherati hanno fatto irruzione nella sede di “Prodigy System”. Hanno provocato uno stato di paura e panico tra tutti i dipendenti, uomini e donne, dopo aver sfondato le porte d’ingresso con la forza delle armi.
Ha anche citato fonti locali secondo le quali gli uomini armati hanno arrestato i dipendenti, compreso il direttore e i capi dipartimento dell’azienda dello Yemen. Hanno confiscato tutti i dispositivi mobili e i server contenenti informazioni sugli sfollati e sulle persone colpite dalla guerra.
Secondo le fonti, la milizia Houthi dello Yemen ha chiuso l’azienda, licenziato tutti i 313 dipendenti. Ha costretto gli impiegati a firmare un modulo in cui dichiaravano che l’azienda era legata alle autorità israeliane. In questo modo i ribelli Houthi hanno la giustificazione legale per poter chiudere l’azienda.
La società “Prodigy System” è nota per avere un ruolo efficace nella comunità nello Yemen. Supervisiona la consegna degli aiuti delle organizzazioni umanitarie internazionali agli sfollati in varie parti dello Yemen.
Un tribunale sotto il controllo della milizia Houthi, a Sana’a, in Yemen, ha tenuto l’11 gennaio la prima seduta del processo a quattro attivisti presenti sui social media. L’accusa rivolta nei loro confronti è di aver diffuso notizie false.
Fonti delle associazioni per i diritti umani in Yemen hanno affermato che gli attivisti sono dei Youtuber. Si tratta di Ahmed Hajar, Mustafa al-Moumri, Ahmed Allao e Hammoud al-Misbahi. Sono comparsi davanti al tribunale penale specializzato in casi di terrorismo, settimane dopo il loro arresto. Hanno denunciato sulla base la diffusa corruzione e l’aumento della povertà nelle zone controllate dalle milizie.