Yemen

Il gruppo ha aperto una finta indagine sui capi della sicurezza dopo averli accusati di facilitare la fuga dei detenuti

Fonti della sicurezza dello Yemen hanno rivelato che un nuovo gruppo di detenuti è fuggito da una prigione sotto il controllo del gruppo Houthi a Dhamar, nel centro del Paese.

Questo episodio rientra nell’ambito di un processo sistematico che prevede un accordo sottobanco. I detenuti vengono aiutati ad evadere in cambio del loro reclutamento tra le fila dei militanti Houthi.

Le fonti hanno spiegato che, per insabbiare la fuga di dieci prigionieri, alcuni dei quali accusati di gravi crimini di stampo terroristico, i leader Houthi hanno indagato i responsabili della sicurezza. Lo hanno fatto dopo averli accusati di facilitare la fuga dei detenuti.

Il gruppo Houthi ha scarcerato già centinaia di detenuti dalle sue carceri. Alcuni di loro nell’ambito di una “amnistia generale”. Altri invece sono stati aiutati a fuggire in cambio dell’impegno a combattere nelle sue file.

Fonti yemenite per i diritti umani a Sana’a avevano precedentemente denunciato l’esistenza di un accordo stipulato dal gruppo Houthi con i detenuti. Hanno spiegato che i comitati Houthi visitano le carceri e i centri di detenzione per tenere conferenze “jihadiste” che promuovono le loro idee settarie ed estremiste.

Tra i requisiti richiesti ai prigionieri – soprattutto quelli detenuti durante le campagne di sicurezza e ai posti di blocco del gruppo in diversi governatorati sotto il loro controllo – lealtà, obbedienza e partecipazione ai fronti di combattimento.

Un alto funzionario delle Nazioni Unite ha criticato la decisione presa da un tribunale controllato dal gruppo Houthi in Yemen di giustiziare l’attivista per i diritti umani Fatima Al-Arouli, sulla base di “false accuse”.

Il Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei difensori dei diritti umani, Mary Lawlor ha dichiarato: “Sono rimasta inorridita nel sentire che il 5 dicembre, il tribunale penale specializzato di Sana’a ha condannato a morte l’attivista per i diritti umani yemenita Fatima Al-Arouli per accuse fabbricate”.

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