23 Novembre 2024 13:14
I condannati a morte sono rimasti per più di cinque anni in luoghi di detenzione segreti
L’Associazione delle madri dei rapiti yemeniti ha chiesto alla comunità internazionale di intervenire con urgenza. La ONG locale ha chiesto di fare pressione sulla milizia Houthi – il braccio armato iraniano in Yemen – affinché fermi le condanne a morte nei confronti di tre uomini del Governatorato di Al-Mahweet.
Infatti, In un comunicato, l’associazione per i diritti umani ha condannato le sentenze di morte emesse dal Tribunale Penale Specializzato (sciolto) della milizia Houthi dello Yemen. Le vittime sono Abdulaziz Ahmed Ahmed Al-Aqili, Sagheer Ahmed Saleh Farea e Ismail Muhammad Abu Al-Ghaith Al-Malhani.
Inoltre, i condannati a morte sono rimasti nascosti per più di cinque anni in luoghi segreti di detenzione in Yemen. Sono stati sottoposti a duri metodi di tortura psicologica e fisica. Al punto che uno di loro – un ragazzo – non è stato in grado di stare in piedi quando la sua famiglia lo ha visitato.
La milizia Houthi dello Yemen li ha accusati in base a dichiarazioni estorte loro sotto tortura e coercizione. Sono finiti davanti a una corte che non applicava i principi di un giusto processo per condannarli a morte.
L’Associazione ha ritenuto la milizia Houthi dello Yemen pienamente responsabile di ciò a cui sono stati sottoposti i rapiti. Ha chiesto la cessazione dei processi politici e la revoca delle condanne a morte che ne derivano. Che non si ripetano le esecuzioni della pena capitale dei nove abitanti di Tihama giustiziati due anni. Oltre al fatto di dover fermare l’esecuzione della condanna dei 19 uomini di Saada, che i miliziani si apprestano a giustiziare.
La Lega ha chiesto alle Nazioni Unite e alle organizzazioni per i diritti umani di intervenire con urgenza in Yemen. Di fare pressione sulle milizie Houthi per fermare le ingiuste condanne.
Il 31 dicembre, la milizia Houthi ha emesso una condanna a morte per (Abdulaziz Ahmed Ahmed Al-Aqili, Sagheer Ahmed Saleh Farea e Ismail Muhammad Abu Al-Ghaith Al-Malhani). La milizia Houthi sta seguendo le orme dei suoi alleati in Iran, sfruttando il potere giudiziario come “piattaforma politica” per regolare i conti con i suoi oppositori.
Un osservatore internazionale sui diritti umani ha rivelato che la milizia Houthi, il braccio iraniano nello Yemen, ha emesso più di 300 condanne a morte. Le vittime sono molti dei suoi oppositori. Questo è accaduto da quando ha preso il controllo della capitale, Sanaa, nel 2014.
L’Euro-Mediterranean Human Rights Monitor ha diffuso un comunicato. Ha spiegato che il gruppo Houthi, da quando controlla la capitale Sana’a, ha emesso circa 350 condanne a morte.