27 Dicembre 2024 01:55
La Corte d’Appello ha confermato una pronuncia pregiudiziale nel caso dell’artista e modella yemenita Intisar Al-Hammadi
E’ stata confermata la condanna alla reclusione di 5 anni per la modella yemenita Intisar al-Hammadi da parte dei ribelli Houthi dello Yemen.
La Corte d’Appello del tribunale di Sana’a, che è sotto il controllo della milizia filo iraniana, ha confermato la condanna dell’artista e modella yemenita. La donna già da due anni sta scontando una pena ingiusta nella prigione centrale della capitale dello Yemen. Questo secondo un processo che le organizzazioni internazionali descrivono come una farsa.
Un tribunale di primo grado, sotto il controllo degli Houthi, ha stabilito nel novembre dello scorso anno che l’artista e una delle sue compagne fossero incarcerate per cinque anni. Deve quindi scontare altri tre anni di carcere dalla data del loro arresto a febbraio dello stesso anno.
Secondo il verdetto emesso dalla Corte occidentale di Amanat Al-Asimah, tre colleghe di Al-Hammadi sono state condannate per “il reato di adulterio loro attribuito nell’accusa” in Yemen.
Il verdetto prevedeva anche la condanna dell’artista, Al-Hammadi, per il reato di abuso di droghe e pratica di dissolutezza e prostituzione.
Il verdetto è stato condizionato anche dalla campagna di solidarietà locale e internazionale sul caso. La pubblicazione dei nomi dei condannati apparsi sui media, secondo gli osservatori, ha provocato la decisione dei ribelli di aumentare la pena. Questo con l’intento di distruggere moralmente le ragazze e isolarle socialmente per sempre.
La donna yemenita di 22 anni è stata arrestata mentre si stava recando con due sue colleghe e un’amica a un servizio fotografico il 20 febbraio 2021.
Al-Hammadi, nata da padre yemenita e madre etiope, lavora come modella da quattro anni ed è apparsa in due serie TV yemenite nel 2020.
A quel tempo, i membri della sua famiglia hanno detto a Human Rights Watch che lei è l’unica fonte di sostentamento per la sua famiglia di quattro persone, inclusi suo padre cieco e suo fratello che ha una disabilità fisica.
Lo scorso maggio, Amnesty International in Yemen ha riferito che Al-Hammadi è stata costretta a confessare diversi crimini, tra cui possesso di droga e prostituzione. Le autorità hanno deciso di sottoporla a un “test di verginità forzata”.
Tuttavia, Human Rights Watch in Yemen ha indicato nella sua dichiarazione che la milizia aveva “smesso di perseguire il test di verginità forzata” e ha sottolineato che il caso era “viziato da irregolarità e violazioni”.
L’organizzazione ha parlato degli Houthi che hanno costretto Al-Hammadi a “firmare un documento mentre era bendata durante l’interrogatorio. I ribelli si erano offerti di rilasciarla se li avesse aiutati a intrappolare i loro nemici con sesso e droghe.