Fabio Sanfilippo Facebook ed Instagram. I social chiusi da Meta

la disabilitazione del profilo Instagram di Fabio Sanfilippo, giustificata da Meta con la presunta violazione dei parametri sul suo profilo Facebook

Un esponente politico  Fabio Sanfilippo, silenziato da un algoritmo, un precedente inquietante per la libertà d’espressione online.

Nella serata di ieri, Fabio Sanfilippo, figura storica di Forza Italia, recentemente passato a Fratelli d’Italia, ha visto i suoi profili pubblici su Meta (Facebook e Instagram) sospesi arbitrariamente. Un’azione che solleva gravi interrogativi sulla trasparenza delle politiche della piattaforma e sui potenziali rischi per la libertà di espressione, specialmente in ambito politico. La motivazione fornita da Meta è stata generica: “la nostra tecnologia ha preso la decisione in quanto l’account di Fabio Sanfilippo non rispetta le nostre regole”. Una spiegazione vaga, priva di dettagli specifici sulle presunte violazioni, che lascia spazio a molteplici interpretazioni.

Fabio Sanfilippo è noto per essere un uomo del dietro le quinte nonostante abbia più volte rivestito ruoli di responsabilità all’interno di Forza Italia e non ultimo nel gruppo seniores. In Fratelli d’Italia non ha ancora voluto dichiarare il suo progetto ed a chi sia legato, cio non toglie che l’attività di Meta risulta al quanto discutibile.

La sospensione: un’anomalia nel meccanismo di Meta

Ciò che rende la vicenda ancora più singolare è la disabilitazione del profilo Instagram di Sanfilippo, giustificata da Meta con la presunta violazione dei parametri sul suo profilo Facebook. Una logica che appare distorta: se anche vi fosse stata una violazione su Facebook, la disattivazione del solo profilo Facebook sarebbe stata la misura più coerente. La simultanea e interconnessa sospensione di entrambi i profili suggerisce un’azione più coordinata, o quanto meno, una profonda interdipendenza tra le due piattaforme gestite da Meta, che amplifica l’impatto di qualsiasi decisione arbitraria.

Questa non è la prima volta che Meta viene accusata di applicare le sue politiche in modo opaco o, peggio, discriminatorio. Spesso, le decisioni algoritmiche si rivelano intransigenti e difficili da contestare, lasciando gli utenti senza un reale diritto di replica o di ricorso. La mancanza di un’interfaccia umana per la risoluzione di tali controversie, affidate interamente a meccanismi automatizzati, è un punto critico che Meta dovrà affrontare per garantire maggiore equità e trasparenza.

Le possibili ragioni e il peso dell’esposizione politica

L’esposizione politica di Fabio Sanfilippo, in particolare il suo recente passaggio a Fratelli d’Italia e il suo sostegno al governo Meloni, potrebbe averlo reso un bersaglio. Non è raro che figure politiche di spicco attirino attenzioni indesiderate e, in un clima polarizzato come quello attuale, le decisioni delle piattaforme social possono essere percepite come influenzate da pressioni esterne o da pregiudizi interni agli algoritmi. Sebbene Meta si dichiari neutrale, l’opacità dei suoi processi decisionali alimenta il sospetto che vi possano essere motivazioni nascoste o, quantomeno, una mancanza di adeguate contromisure per evitare che la politica entri in gioco in modo improprio.

La questione è delicata: le piattaforme social sono diventate uno strumento fondamentale per il dibattito pubblico e la partecipazione democratica. Limitare l’accesso o sospendere i profili di esponenti politici senza una motivazione chiara e verificabile mina la libertà di parola e il diritto dei cittadini all’informazione e alla discussione.

Fabio Sanfilippo subisce la chiusura dei profili social Facebook ed Instagram
Fabio Sanfilippo subisce la chiusura arbitraria dei profili social Facebook ed Instagram

Un impegno sociale interrotto: le conseguenze della censura

Oltre alla sua attività politica, Sanfilippo è noto per il suo impegno sociale. Gestiva un gruppo su Facebook dedicato all’assistenza gratuita per le vittime di stalking, mettendo a disposizione professionisti come avvocati, consulenti e centri di ascolto. Questa iniziativa, di inestimabile valore sociale, è ora interrotta a causa della sospensione dei suoi profili. Un danno non solo per Sanfilippo, ma per tutte quelle persone vulnerabili che beneficiavano di questo supporto.

La disabilitazione dei suoi account ha avuto un impatto anche sulla gestione di pagine politiche, blog, quotidiani e associazioni, oltre a gruppi di supporto per la città di Torino. Questo dimostra come una decisione unilaterale e priva di motivazioni chiare da parte di una piattaforma privata possa avere ripercussioni concrete sulla vita di molte persone e sulla circolazione dell’informazione e del dibattito pubblico.

Meta di fronte alla legge: le possibili azioni legali

Le azioni arbitrarie di Meta non restano impunite. La piattaforma può essere citata in giudizio per le violazioni arbitrarie delle condizioni di servizio, in particolare quando queste ledono la libertà di espressione e il diritto di cronaca. In Italia e in Europa, la libertà di espressione è un diritto fondamentale, tutelato dalla Costituzione e dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea. Le piattaforme social, pur essendo entità private, non possono operare in un vuoto legislativo e sono soggette alle leggi dei paesi in cui operano.

Diverse sono le vie legali che Fabio Sanfilippo potrebbe intraprendere. In primis, una richiesta di ripristino immediato dei profili, supportata da un’istanza cautelare al tribunale. Potrebbe inoltre chiedere un risarcimento per il danno subito, sia in termini di immagine che di mancata possibilità di svolgere la sua attività politica e sociale. Il danno d’immagine è particolarmente rilevante per una figura pubblica, la cui reputazione è strettamente legata alla sua presenza online.

Inoltre, la questione potrebbe rientrare nell’ambito della tutela del consumatore, considerando che l’utilizzo delle piattaforme Meta, seppur gratuito, rientra in un rapporto contrattuale tra utente e fornitore di servizi. La sospensione arbitraria potrebbe essere configurata come un inadempimento contrattuale grave da parte di Meta.

Meta, in casi come questo, rischia non solo un danno economico derivante da eventuali risarcimenti, ma anche un significativo danno reputazionale. Episodi di censura arbitraria erodono la fiducia degli utenti e dei legislatori, spingendo verso una maggiore regolamentazione delle piattaforme e la limitazione del loro potere discrezionale. La recente introduzione del Digital Services Act (DSA) nell’Unione Europea mira proprio a responsabilizzare le piattaforme, imponendo maggiore trasparenza e meccanismi di ricorso più efficaci per gli utenti.

La vicenda di Fabio Sanfilippo è un monito: la gestione delle piattaforme social non può essere lasciata all’arbitrio degli algoritmi e alla discrezionalità di aziende private. È fondamentale che vengano garantiti meccanismi di tutela chiari, trasparenti e accessibili, affinché la libertà di espressione non sia un privilegio concesso, ma un diritto inalienabile, anche nel mondo digitale.

 

Fabio Sanfilippo

Sue dichiarazioni : “Ho già inviato il materiale ai legali, nonché contattato il garante della privacy ed altri organi competenti in materia. Non ho certo intenzione di soccombere. Non ho avuto un avviso preventivo da parte di Meta, nessuna precedente recente ravvisaglia di richiamo, ed anzi qualche mese fa avevo volontariamente utilizzato la funzione che permette nelle impostazioni di Facebook ed Instagram di verificare la correttezza del profilo. 

Sarà una nuova battaglia ! “

I profili ad oggi effettivamente non risultano attivi :

Fabio Sanfilippo  (Instagram)

Fabio Sanfilippo (Facebook)

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