26 Dicembre 2024 07:46
Bullismo o ancor meglio cyberbullismo, visto che gli episodi si ripetevano in rete come in altri luoghi o su Facebook.
Bullismo tra minorenni: disturbava “la ragazza minorenne poco più giovane di lei“
La “bulla” faceva un “gioco” crudele ai danni di un’altra minorenne picchiandola, tirandole i capelli e rapinandola del portafoglio.
La “bulla” in carcere
L’aguzzina dovrà scontare una condanna a tre anni e due mesi per concorso in rapina aggravata e lesioni personali.
Cosa sappiamo di preciso
La giovane, 18enne all’epoca dei fatti, era stata condannata il 26 giugno scorso dal Tribunale di Reggio Emilia
E’ stata tradotta in carcere dai carabinieri della stazione di Novellara che l’hanno prelevata dall’abitazione dei genitori.
La ragazza era stata identificata grazie ai vezzeggiativi usati su Facebook nei confronti della ‘vittima’ che la ‘bulla’
Gli episodi si ripetevano tra la “bulla” e le sue amiche che assistevano alle prepotenze ma si conoscevano solo di di vista.
Quando è iniziato il calvario della giovane
Il calvario è iniziato nel 2016, la “bulla” aveva agito senza alcun apparente motivo nei confronti della vittima presa per i capelli, gettata a terra e colpita a calci e pugni.
Le amiche assistevano senza intervenire, facevano parte del gruppo di supporto.
Dove avvenivano i fatti
Il bullismo avveniva nella stazione ferroviaria di un comune della bassa reggiana dove la vittima si trovava in attesa del treno, oltre che su Facebook.
Cosa avveniva e non solo su Facebook
La minorenne veniva offesa, picchiata e rapinata del portafoglio con i documenti e una cinquantina di euro in contanti
Prove inconfutabili
I Carabinieri hanno annotato tra le prove alcuni giorni di prognosi per la tumefazione della regione zigomatica e della tempia.
La denuncia
I genitori avevano poi sporto denuncia ai Carabinieri della Stazione di Bagnolo in Piano.
Bullismo, altri episodi anche nel Lazio, a Roma
Denunciati 5 ‘baby bulli’ a Roma
Avevano rapinato un 13enne la sera del 17 marzo scorso mentre questo camminava, in compagnia di un amico in strada nel quartiere di Casal Palocco
Cinque studenti denunciati
i giovani aggressori, tutti minorenni, travisati con cappuccio e mascherina chirurgica, avevano sottratto dal giubbotto il cellulare Iphone della vittima e, sotto minaccia, si erano fatti consegnare il codice di sblocco del dispositivo, per poi allontanarsi a piedi, senza procurargli lesioni.
Il bullismo a scuola
Con il termine bullismo si definisce un comportamento aggressivo, sia di natura fisica che psicologica, ripetuto nel corso del tempo e attuato nei confronti di persone percepite come più deboli dal soggetto che tiene il comportamento in questione.
Pertanto, le 3 fondamentali caratteristiche che permettono di definire un episodio con l’etichetta “bullismo” sono: l’intenzionalità del comportamento aggressivo, la ripetitività delle azioni aggressive fino a divenire persecutorie, per cui non basta un singolo episodio perché vi sia bullismo, ma devono esserci più episodi aggressivi e infine l’asimmetria di potere tra la vittima, che è in una posizione di debolezza, e il persecutore, che invece riveste una posizione di forza.
Solitamente, i ruoli del bullismo sono ben definiti:
da una parte c’è il bullo, ossia colui che attua comportamenti violenti e dall’altra parte c’è la vittima, e cioè colui che subisce tali atteggiamenti aggressivi. Il più delle volte, però, il bullismo non riguarda soltanto l’interazione tra due soggetti, ma coinvolge più persone in una più ampia dinamica di gruppo: una delle conseguenza del bullismo, infatti, è proprio l’isolamento o l’esclusione della vittima dal gruppo. Generalmente, nel gruppo c’è un leader, che è appunto il bullo.
Il bullo è affiancato dai cd gregari, che aiutano attivamente il bullo nel compimento delle sue violenze.
E poi ci sono i restanti membri del gruppo, definiti spettatori negativi, che appoggiano e sostengono le iniziative del leader anche solo ridendo o applaudendo.
Fortunatamente, però esistono anche i cd spettatori utili, che intervengono scoraggiando il bullo o difendendo la vittima, oppure cercano aiuto per prestare soccorso alla vittima, chiamando adulti che possano interrompere le violenze in corso : questi soggetti giocano un ruolo molto importante nel contrastare e prevenire efficacemente la diffusione del bullismo.
I comportamenti crudeli che caratterizzano il bullismo sono i seguenti:
– aggressioni fisiche; – offese, parolacce e insulti; – derisione per l’aspetto fisico, per il modo di parlare o di vestire;
– diffamazione, che consiste nel parlare male della vittima in presenza di altre persone, senza che la persona offesa possa sentire e difendersi;
– esclusione e isolamento dal gruppo, che talora può avvenire anche mediante il semplice rifiuto a socializzare con la vittima o parlando male di lei e creandole una brutta reputazione;
– una delle forme più subdole di bullismo è quella messa in atto dal “bullo amico” che, simulando amicizia ed accettazione della vittima all’interno del gruppo, in realtà si adopera per procurarle danni o discriminazioni.
I primi studi sul bullismo furono svolti solo verso la fine del 900 e si svolsero soprattutto nei paesi scandinavi, a seguito di una forte reazione dell’opinione pubblica norvegese dopo il suicidio di alcuni studenti non più in grado di tollerare le ripetute offese inflitte da alcuni loro compagni.