25 Dicembre 2024 20:19
Regione Lombardia ha prorogato al 31 dicembre 2022 i termini per accedere al bando in favore di coniugi separati o divorziati. La misura prevede un sostegno ai genitori in condizioni di disagio economico utili a integrare il canone di locazione.
Volontà a supporto dei genitori separati
“Alla luce delle difficoltà sociali ed economiche causate dal perdurare dell’emergenza vogliamo dare la possibilità ai genitori separati e divorziati in difficoltà di poter usufruire di un aiuto prezioso volto a integrare il loro canone di locazione.
Questa misura ha ottenuto riscontri importanti ed è molto apprezzata dai richiedenti. Si tratta di 3,3 milioni di euro che sono una boccata di ossigeno per molte persone, con figli, in difficoltà e che in questi mesi di emergenza hanno patito maggiormente gli strascichi della crisi economica e sociale”. Ha dichiarato Alessandra Locatelli, assessore regionale alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità.
Requisiti per l’ammissione al bando
Possono fare richiesta i coniugi che hanno lo stato civile di separato/divorziato, per i quali la separazione è avvenuta nei 2 anni precedenti la data di presentazione della domanda e che hanno i seguenti requisiti:
- figli nati o adottati nel corso del matrimonio: minori o maggiorenni (solo se in carico ai genitori); disabili minori o maggiorenni in carico ai genitori;
- un ISEE in corso di validità inferiore o uguale a euro 30.000;
- residenti in Lombardia da 5 anni;
- che non abbiano riportato condanne con sentenze passate in giudicato per reati contro la persona, tra cui gli atti persecutorii di cui al decreto legge 23 febbraio 2009, n. 38, nonché per i delitti di cui agli articoli 570 e 572 del Codice penale;
- intestatari di un contratto di locazione regolarmente registrato o di un contratto provvisorio per emergenza abitativa (es. residence, housing o altra tipologia di alloggio).
Possono accedere inoltre al contributo i genitori che si trovano a vivere in condizione di grave marginalità sociale. Oppure se sono ospiti presso strutture di accoglienza o che vivono in condizioni precarie e non dignitose.