25 Novembre 2024 06:05
Fiumi di cocaina arrivano nel porto di Gioia Tauro dall’America Latina. Viene trasportata all’interno di container sistemati su navi cargo in transhipment. Subito dopo venivano prelevati, diretti fuori dalla zona portuale. Una volta fuori, veniva consegnata alle organizzazioni criminali. Secondo l’indagine della Dda di Reggio Calabria, diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, emerge una pratica di uso comune nelle diverse operazioni antidroga nel porto menzionato.
Blitz al Porto di Gioia Tauro
Oggi la Guardia di Finanza ha condotto in arresto 36 persone e sequestrato 4 tonnellate di cocaina per un valore di 800 milioni di euro. Un’operazione frutto di un lungo lavoro. Difatti, le persone indagate usavano sistemi di messaggistica criptati. Una pratica molto in uso in alcune realtà criminali. Ricordiamo le operazioni recenti avvenute in Lombardia. Questa volta gli inquirenti sono riusciti a superare questo confine. Parliamo di ‘’Sky ECC’’, è un ‘applicazione di messaggistica crittografata end to end. Questa applicazione è di origine canadese, la società produttrice è Sky Global. Grazie alle chat e i vari messaggi con cui interagivano i criminali.
Arresti in Calabria
La Dda è riuscita a ricostruire l’organigramma di questa realtà criminale. Nel traffico ‘’ vigilava” un funzionario dell ‘antifrode delle dogane, che manipolava gli esiti dello scanner dove passava tutta la ‘’ merce. Scrivono gli investigatori -’’ il coinvolgimento di un appartenente all’Ufficio Antifrode dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Gioia Tauro, arrestato e ora in carcere: sfruttando le proprie mansioni nell’ambito dei controlli ispettivi, alterava l’esito della scansione radiogena, operata su un container contenente 300 Kg di cocaina, oscurando le anomalie riscontrate”.