Gratteri:” sono una persona che ha timore di niente e nessuno”, dopo la conferma del suo lavoro e le tesi accusatorie sul maxi processo,  Rinascita Scott 

Nel video https://youtu.be/y_ZzOt_frzA di Vista Agenzia Televisiva Nazionale le dichiarazioni di Nicola Gratteri che nei mesi scorsi ha sfidato i “poteri forti” politica, ndrangheta e parte della Magistratura che lo vede in un’ascesa inarrestabile e “fuori dal sistema”, Palamara docet (insegna) cosa avveniva..

Rinascita Scott: le condanne

Rinascita Scott, non l’unico maxiprocesso in Italia, ma di sicuro quello piu’ importante in Calabria con le richieste della Direzione Distrettuale Antimafia, sotto la direzione del procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri giunge al termine

Gratteri dichiara dopo l’esito di Rinascita Scott: Questa di oggi è una sentenza importante, 91 imputati, 70 presunti innocenti condannati, due prescritti e 19 assolti, tema accusatorio largamente recepito.

Tanti nemici, avversari, competitori e gran parte dell’opinione pubblica di cui la politica spesso non tiene conto, hanno apprezzato e apprezzeranno, se non troveranno il sistema di farlo tacere, operazione in corso.

L’operazione aveva avuto grande eco, per il numero (oltre 300), la complessità e anche la messa in opera con strutture che prima non c’erano, e il grande coordinatore (Gratteri).

Ricostruire la macchina della giustizia in Calabria, territorio martoriato dalla cattiva gestione politico-affaristica-mafiosa, decenni di abbandono delle Istituzioni, non è cosa semplice.

Grande pulizia, visto l’esito di una delle piu’ importanti inchieste, numeri alla mano.

Gratteri lavora e dimostra che se c’è la volontà e la collaborazione dopo un lungo lavoro della DIA, magistrati, Carabinieri e Polizia, con adeguato supporto, la rivoluzione della legalità avanza.

Il suo lavoro con la messa in piedi dell’aula bunker in tempi rapidi, del gruppo attorno a lui, e o con la sua forza di volontà, ha spinto al pentimento diverse persone che danno quotidianamente il loro contributo, mettendo a rischio l’incolumità loro e delle loro famiglie.

Gratteri:” non sono una persona che ha timore di niente e nessuno”, mafiosi e uomini delle istituzioni a fianco

 Le pene più dure a Pasquale Gallone, considerato il braccio destro del boss Luigi Mancuso, e a figure di spicco di cosche affiliate, tra cui Domenico Macrì e Francesco Antonio Pardea: sia Gallone che questi ultimi sono stati condannati a 20 anni di reclusione, la stessa pena chiesta dall’accusa (Il Post).

Mafiosi e anche uomini delle istituzioni tra gli indagati come  l’ex sindaco di Pizzo Calabro Gianluca Callipo, l’ex consigliere regionale Pietro Giamborino e l’ex senatore di Fratelli d’Italia, Giancarlo Pittelli.

Assolti: oltre a Renda sono stati assolti – sei erano state chieste dall’accusa – Emanuela Chilla, Sapienza Comerci, Francesca Comito, Antonio Di Virgilio, Matteo Famà, Nicola Fera, Maurizio Fiumara, Annunziata Carmela Gerace, Francesco Gerace, Gabriele Giardino, Girolamo Giardino, Michele Giardino, Emanuela Gradia, Francesco La Bella, Giuseppe Lo Bianco, Vincenzo Mazzitelli, Rosalba Perfidio, Fabio Scalamandrè, Raffaele Solano. Prescritto Giovanni Vecchio.

Il viaggio verso la legalità è lungo, nonostante le polemiche e la mezza censura della nuova legge:

Il rappresentante del  sindacato delle toghe, Giuseppe Santaluciadurante la riunione del Comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati aveva detto che con il decreto sulla presunzione di innocenza erano “state compiute scelte discutibili” aggiungendo che “si è irragionevolmente irrigidita la comunicazione con la stampa dei procuratori della Repubblica”.

Privacy e giornalismo

Bruno Saetta su privacy e giornalismo fornisce un esempio importante su cronaca giudiziaria, quindi notizie di arresti e condanne, un aspetto estremamente rilevante è l’interesse a garantire il controllo pubblico sull’operato delle autorità giudiziarie e delle forze di polizia.

Ciò comporta un regime di pubblicità degli atti processuali, delle udienze e dei provvedimenti di un giudice (a parte il segreto su alcuni atti e sulle investigazioni).

Nel succitato si ricorda: La libertà di informazione (art. 21 della Costituzione), nella duplice accezione, attiva, quale diritto del giornalista di informare (diritto di cronaca), e passiva, quale diritto del cittadino di essere informato, costituisce una precondizione per la democraticità delle società contemporanee.

Il legislatore deve tutelare l’imputato, fino a che non avviene la condanna, ma non deve mettere il bavaglio all’autorità giudiziaria, nel caso il riferimento specifico è Gratteri.

La possibilità di comunicare dati e fatti va mantenuta è un pilastro della libertà.

Magari pubblicando sui istituzionali accusa e difesa, così si aumenta la trasparenza e la fiducia nelle Istituzioni.

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