Nicola Gratteri, il “No” di Napolitano alla nomina a ministro della Giustizia

Introduzione:

Il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, noto per la sua lotta alla ‘ndrangheta, ha raccontato in diverse interviste come la sua nomina a ministro della Giustizia fu bloccata dall’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Cosa accadde

Il 21 febbraio 2014, il presidente del Consiglio incaricato Matteo Renzi presentò al Quirinale la lista dei ministri del suo nuovo governo.

Alla voce “Guardasigilli”, Renzi propose il nome di Gratteri.

Tuttavia, Napolitano oppose il suo veto, una scelta che il magistrato ha sempre attribuito a pressioni da parte di altri esponenti della magistratura.

Gratteri ha raccontato di aver ricevuto una telefonata da Renzi poco prima dell’incontro con Napolitano.

Il premier gli chiese la disponibilità a diventare ministro e Gratteri rispose che avrebbe accettato solo se avesse avuto la possibilità di realizzare le riforme che aveva in mente.

Il colloquio tra Renzi e Napolitano si protrasse oltre il previsto, e i giornalisti in attesa della lista ufficiale dei ministri iniziarono a chiedersi cosa stesse succedendo.

Gratteri, che seguiva le fasi della formazione del governo, pronosticò ai suoi collaboratori che la questione riguardava proprio lui.

Alla fine, il nome di Gratteri fu sostituito in lista da quello di Andrea Orlando.

Conclusione:

La mancata nomina di Gratteri a ministro della Giustizia è stata un evento controverso che ha suscitato numerose polemiche.

Il magistrato ha sempre sostenuto che la sua candidatura fu bloccata per motivi politici, ma la sua versione dei fatti non è stata mai confermata.

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