Si è svolta nel fine settimana presso la biblioteca comunale Enzo Biagi di Fagnano Olona la presentazione del libro di Annitta Di Mineo dal titolo “Del tempo disumano”.

Il libro ha ricevuto il patrocinio del comune di Mirabella Imbaccari, paese natio della poetessa. Inoltre nelle prime pagine porta la prefazione di Vincenzo Guarracino e la postfazione di Alberto Mori. La copertina invece è stata realizzata da Guido Poggiani. Il libro è pubblicato a cura di Montabone editore.

Questo è l’ultimo lavoro che come i precedenti l’autrice ha voluto presentare in paese con il Circolo Poetico Culturale l’Alba.

Un cammino di crescita dell’autrice che contrariamente ai primi tre libri pubblicati, in questa sua ultima produzione letteraria trova un impegno più maturo e che si può definire anche “Civile”.

Il libro, infatti, contiene una serie di denunce che colgono le tante sfaccettature su ogni genere di violenza. Dall’immigrazione ai crimini mafiosi, alle violenze domestiche, ai femminicidi, alle guerre, al fenomeno dei migranti. Volgendo però ad una prospettiva in positivo e di pace.

Non sono mancati durante la brillante relazione della scrittrice argomentazioni che spiegavano i sei “pilastri” riassunti qui sopra nei quali è suddiviso il libro. Le poesie in inglese sono state lette dalla figlia Verdiana.

Durante il dibattito si è aperta una parentesi con piacevoli aneddoti anche sul capitolo legato a Liliana Segre.

Indifferenza al centro delle riflessioni

L’indifferenza è la parte più paurosa che emerge leggendo le varie pagine del libro di Anitta Di Mineo che vuole, appunto, non spegnere i riflettori su questi temi forti della nostra società. Eventi senza età, da quelli più datati a quelli odierni, di stretta attualità.

Di stretta attualità i funerali della giovane Giulia Cecchettin, a Padova. Uno degli ultimi casi di femminicidio balzati alle cronache nazionali.

Ad introdurre la presentazione del libro si sono susseguiti Antonio Vaccaro presidente del Circolo Poetico Culturale l’Alba, Patrizia Canavesi presidente della Pro Loco e l’assessore dalla cultura Giuseppe Palomba.

Le letture di alcuni testi e le domande poi scaturite dal pubblico hanno fatto crescere la discussione e permesso all’autrice di spiegare molto bene motivazioni e il perché della stesura di un libro così importante.

Non capita spesso, infatti, di vedere una pubblicazione dedicata a un argomento forte e di stretta attualità.
Il messaggio principale è quello di non far diventare un’abitudine ascoltare questi episodi drammatici, un’azione consueta nelle sue varie ripetizioni.

Sono delitti e fatti spiacevoli che non devono passare in secondo piano. Le violenze vanno sempre denunciate e soprattutto bisogna lavorare per favorire un cambio di mentalità culturale che iniziando dalle nuove generazioni porti ad avere più rispetto della persona qualunque essa sia e in ogni ambito della società.

Tanti gli interventi nati dal pubblico attento, durante l’intervista di Fausto Bossi alla poetessa siciliana.
“Del tempo disumano”, un ottimo regalo per Natale, da leggere per una riflessione in famiglia.

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