22 Novembre 2024 18:39
Il “Piccolo Resto Cattolico” “fondato” da don Alessandro Minutella, si radunerà a Roma, e precisamente domenica 11 dicembre alle ore 14:00 presso il Marriott Park Hotel.
Cresce l’attesa per il raduno di Roma
Il raduno, oltre ad essere un importante momento di preghiera, sarà l’occasione per ribadire con convinzione che il Papa è Benedetto XVI.
Nel 2017, Don Minutella inizia un tour per l’Italia per la presentazione del libro “I tempi di Maria” stampato dalla casa editrice Fede & Cultura, proseguita con convegni in hotel a Verona, Milano e Roma per avvicinare i propri ammiratori e sviluppare nuove relazioni.
Dal 2017 il Piccolo Resto Cattolico, guidato da Don Minutella è aumentato non sono di fedeli, ma si sono aggiunti anche altri 8 sacerdoti.
Mancano quattro giorni esatti al raduno del Piccolo Resto Cattolico a Roma, e si prevedono già duemila persone provenienti da ogni parte d’Italia.
Il Piccolo Resto Cattolico raggiungerà Roma, con ogni mezzo (pullman, auto, treni e aerei). Un pullman verrà dalla Svizzera, uno dalla Germania, passando per l’Austria, e poi singoli fedeli dall’Australia.
Chi è don Minutella
Punto di riferimento del “piccolo resto cattolico” è don Alessandro Minutella.
Nato a Palermo il 13 settembre 1973, nel 1992 entra nel seminario del Capoluogo dell’isola. Dopo essere stato ordinato sacerdote il 27 dicembre 1999, è stato nominato parroco di San Giovanni Battista nella zona di Romagnolo nella stessa città.
Nel 2002 si laurea in Teologia sistematica, presso la Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia, con una tesi sulla mistica del Purgatorio in Santa Caterina da Genova.
Nel 2007 consegue il dottorato in Storia del dogma cristiano presso la Pontificia Università Gregoriana, con una tesi sull’Escatologia cristologico-trinitaria di Hans Urs von Balthasar.
Oratore brillante e facondo, autore di alcune pubblicazioni, don Minutella afferma di avere avuto come guide spirituali don Pino Puglisi e don Gabriele Amorth.
Don Minutella ridotto allo stato laicale
Sollevato agli inizi dell’aprile 2017 dalla guida della parrocchia di San Giovanni Bosco da monsignor Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo
il 13 novembre 2018 don Minutella è stato raggiunto dal decreto in cui veniva dichiarata la scomunica latae santentiae nella quale era incorso per eresia e scisma.
Dal 18 novembre 2021 le gerarchie ecclesiastiche emanano un secondo provvedimento che riduce allo stato laicale don Minutella.
Nel corso di una puntata di Radio Domina Nostra, pubblicato su youtube, Don Minutella rivolgendosi al piccolo resto cattolico, si è difeso ha esponendo le sue considerazioni in merito alla vicenda:
“Ho scandalizzato il preoccupatissimo vescovo Corrado Lorefice che offre il pasto agli infedeli nella sacra cattedrale di Palermo, e che sposa le eresie del suo lider maximo, Bergoglio. Lorefice scrive che io provoco scandalo nei fedeli. Vedete a che livelli siamo arrivati.
Io mi domando quale sia il mio delitto, questo è abuso di potere, ma è anche un segno di profonda debolezza, hanno paura di don Minutella.
Non è mai accaduto che un prete, nella storia bimillenaria della Chiesa, abbia subito due scomuniche, la rimozione forzata dalla parrocchia, la sospensione a divinis, e ora la riduzione allo stato laicale.
A questo punto, a lor signori che sono dei veri e propri criminali, con le mani macchiate di sangue e senza più coscienza, resta unicamente di eliminarmi fisicamente. Non lo escludo. Non sanno loro che io sono sacerdote dentro e l’ordine sacro non si perde”.
Radio Domina Nostra
Grazie ai social network e soprattutto al canale Youtube Radio Domina Nostra, don Minutella assurge ad ampia notorietà.
Tutti i programmi di Radio Domina Nostra (dall’appuntamento fisso del mattino alle 9:15 da lunedì al venerdì con la rubrica “Santi e Caffè” alle infuocate catechesi serali, fino all’’appuntamento della domenica sera con la rubrica “Il Padre risponde”), registrano molte visualizzazioni.
Don Minutella si presenta come paladino della sana Dottrina cristiana, si richiama incessantemente al Catechismo e, facendo leva sulle sue qualifiche accademiche, combatte eresie e polemizza con i “modernisti”.
Le tesi di don Minutella e del piccolo resto cattolico
Dal 2017 don Minutella arriva gradualmente a sostenere che il Pontefice “venuto dalla fine del mondo” non è mai stato nemmeno legittimamente eletto, a causa del complotto della “mafia di San Gallo” e della rinuncia di Benedetto XVI, pretesa come del tutto invalida.
In seguito, opta per l’uso esclusivo della liturgia ante-conciliare trasmettendo da Radio Domina Nostra le funzioni da lui stesso officiate secondo il Rito romano antico.
I Sinodi sulla Famiglia del 2014-2015 e, nel 2016, la promulgazione dell’esortazione apostolica Amoris Laetitia sono lo spartiacque nei rapporti fra don Minutella e la gerarchia ecclesiastica: Bergoglio è accusato pubblicamente ed esplicitamente da lui di avere autorizzato la Comunione ai divorziati risposati, di avere profanato sia il sacramento del Matrimonio che quello dell’Eucaristia e di avere tradito il Magistero.
Ai detrattori che accusano don Minutella di deviare i fedeli, il Piccolo Resto Cattolico precisa:
- Non siamo lefebvriani: per quanto c’è particolare stima verso mons. Lefebvre che, per primo, seppe vedere le derive eretiche della stagione postconciliare, non siamo noi scismatici, ma lo è la falsa chiesa che, abbracciando l’errore dottrinale, pur se in maggioranza, si è tirato fuori dalla comunione ecclesiale.
- Non siamo sedevacantisti: per noi il papa è Benedetto XVI, in quanto successore di Pietro. Anche se riconosciamo errori notevoli nei pontefici postconciliari, tuttavia li riconosciamo come Successori legittimi di Pietro.
- Non siamo anticonciliaristi: il Concilio Vaticano II è il 21esimo Concilio ecumenico della Chiesa. Tuttavia riconosciamo che è stato un Concilio pastorale non dogmatico, e gli orientamenti offerti (come, per esempio, l’ecumenismo, la riforma liturgica, il dialogo con il mondo) hanno urgente bisogno di correzione.
- Soprattutto, rimaniamo cattolici. E questo basta per legittimare non solo la fedeltà a Benedetto XVI, ma anche per scuotere la polvere dai piedi riguardo la falsa chiesa e il falso papa.
Le tesi di don Minutella sostenute dal giornalista Andrea Cionci
Le tesi di don Minutella sono condivise dal noto giornalista Andrea Cionci, nonché autore del rinomato libro “Codice Ratzinger” edito da ByoBlu (340 pagg.), pubblicato il 25 maggio 2022.
Il Libro riassume l’inchiesta condotta dal giornalista Cionci, comprovata dal Diritto Canonico e da numerosi pareri di insigni studiosi italiani e stranieri.
L’inchiesta di Cionci è suffragata, in varie forme, da persone autorevoli come l’avv. Carlo Taormina; il magistrato antimafia Angelo Giorgianni, già Sottosegretario alla Giustizia; il filosofo Diego Fusaro; Andrea Borella, uno dei 5 specialisti di diritto dinastico al mondo, editore dell’Annuario della Nobiltà italiana; da circa 30 specialisti, anche di rango universitario nel settore della linguistica, del diritto, della psicologia, della storia ecclesiastica; da giornalisti cattolici di fama come Patrick Coffin.
L’indagine, durata due anni, con oltre 200 articoli, svela la verità sulla “sede impedita” e illustra il raffinatissimo sistema comunicativo usato da Sua Santità Benedetto XVI, esiliato nel recinto di Pietro, scoperto dall’Autore: il codice Ratzinger mutuato dal modus comunicandi di Gesù con i Suoi accusatori.
Cionci spiega chiaramente che dal 1983, il Card. Ratzinger e Papa Wojtyla apportarono uno strano cambiamento al diritto canonico: l’Ufficio papale venne suddiviso in due enti, il munus (titolo divino) e il ministerium (esercizio del potere). Rinunciando a questo o a quello, si configurano due situazioni speculari e radicalmente diverse.
Se il Papa rinuncia in modo simultaneo e ratificato al munus, c’è la sua abdicazione (canone 332.2).
Se rinuncia in modo differito e non ratificato al ministerium (come ha fatto Benedetto XVI) si ricade nella “sede impedita” (canone 412), dove il Papa è prigioniero, confinato, non libero di esprimersi, ma resta Papa a tutti gli effetti.