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Cronaca

Genova padre violento, fratelli condannati per essersi difesi

Debora SaittaBy Debora Saitta23 Febbraio 2022Nessun commento4 Mins Read
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Tenta di uccidere la moglie
Tenta di uccidere la moglie

Genova sconvolgente la sentenza contro i due fratelli che si cono difesi dal padre violento.

Genova 23 febbraio 2022, sconvolgente la condanna della Corte d’Assise di Genova, che ha condannato a 14 e 21 anni Alessio e Simone Scalamandré.

Due ragazzi che si sono difesi da quel padre solo biologico, capace di violenze e aggressioni.

Era il 10 agosto 2020 quando il 62enne Pasquale, si recava nell’abitazione dei figli per obbligarli a ritirare le accuse nei suoi confronti.

L’uomo era indagato per maltrattamenti nei confronti della madre, e quel giorno andò nell’abitazione per chiedere al figlio maggiore di ritirare le accuse nei suoi confronti.

Alla riluttanza del figlio il padre è andato in escandescenza, dando vita ad una lite in cui fu colpito con un mattarello ed altri oggetti.

Ora Alessio e Simone Scalamandrè, di 30 e 22 anni, sono stati condannati, nonostante per anni fossero state proprio loro le vittime, assieme alla madre.

Il reato contestato è di omicidio volontario in concorso, aggravato dal vincolo di parentela.

Simone è difeso dall’avvocato Nadia Calafato mentre Alessio è assistito da Luca Rinaldi.

Il 10 agosto 2020, quando si verificò la vicenda, la madre apprese la notizia in piena notte, contattata da un’amica, che la informava del decesso dell’ex marito.

La madre dei ragazzi si trovava in Sardegna, a lavorare come assistente ad un anziano, appresa la notizia la madre ritornò subito a Genova.

Laura la madre 56enne con un diploma di segretaria d’azienda e un impiego da colf, racconta di essere devastata da tale sentenza.

“Pensavo che le motivazioni che hanno indotto Alessio a difendersi dalle aggressioni del padre fossero prese in considerazione”

“Ora confido che la verità trionfi in Appello, Alessio e Simone nel mio cuore sono innocenti, sono vittime di mio marito esattamente come me”.

Continua Laura : “La vita con mio marito è stata un inferno”.

“Ero vessata, umiliata, minacciata, insultata e picchiata anche davanti ai ragazzi, costretti più volte a intervenire per fermare la sua furia”.

LUI AVEVA UNA PISTOLA

Laura : “Sì, la estraeva puntualmente dalla cassaforte a muro, in cui era custodita, ogni volta che cercavo di fargli capire che le cose tra noi dovevano cambiare”.

“Ci fece pure cenare nel terrore, una sera poggiando l’arma sul tavolo, ecco a cosa eravamo sottoposti io ed i miei figli”.

“Altre volte Alessio e Simone dovevano fermare e disarmare il padre, dicendogli papà ma cosa fai ? Non puoi risolvere le cose così… insomma un inferno per tutti”.

“Le foto che ci ritraggono insieme, sono la comprova di come si debba sorridere quando dentro ci si sente morire a causa dei maltrattamenti subiti”.

“Denunciai il mio aguzzino dopo Capodanno 2019, dopo il veglione trascorso con amici, quando lui tentò di baciarmi ed io mi scostai, reduce da tutte le cattiverie subite”.

“Fu in quell’occasione che capii di dovermi salvare la vita, vista la reazione, fu molto difficile sfuggire alla sua furia”.

“Così mi rivolsi al centro anti-violenze Mascherona”.

“Nonostante il divieto di avvicinamento dovetti cambiare domicilio 4 volte, informando le forze dell’ordine”.

“I miei figli cercavano di coprirmi, ma il mio aguzzino mi ha sempre ritrovata, pedinando anche le mie amiche”.

“A febbraio 2020 fui trasferita in un centro protetto in Sardegna”.

“Fu proprio per questo che Pasquale andò a casa dei miei figli, per obbligarli a dirgli dove fossi, eppure per fargli ritirare le accuse”.

Al rifiuto di Alessio, il padre è diventato ingestibile e pericoloso a quel punto mio figlio ha dovuto difendersi per non morire.

Noi ci chiediamo se un padre maltrattante per anni, debba essere scusato per quello che ha fatto allora chiunque entra a casa degli altri e si comporta come un energumeno, lo lasciamo fare e non ci difendiamo.

La difesa dovrebbe essere così palese, tanto che per difendersi questi poveri ragazzi abbiano dovuto usare anche un mattarello.

Speriamo che la giustizia sia dalla parte delle vittime, e non da quella dell’aguzzino che li ha vessati per anni, in questo caso un padre e marito violento e pericoloso.

Corte d'Assise Debora Saitta genova ilquotidianoditalia
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