Sentenza illogica: vicenda ricostruita dall’AGI riguarda un cittadino albanese, M.J.

Sentenza illogica ed erronea, albanese assolto a Lecco
Sentenza illogica ed erronea, albanese assolto a Lecco, foto di repertorio

 

Sentenza, errori di vari  soggetti, la storia e la sua ricostruzione

Sentenza illogica. La vicenda riguarda un  cittadino albanese, M.J., arrestato il 23 marzo del 2021 per reati di droga

Le indagini erano avvenute con un  ‘captatore informatico’, meglio noto come Trojan dal cavallo della mitologia greca.

L’uso del trojan

” La capacità del sistema di gestire in modo efficace le intercettazioni è uno snodo essenziale per garantire il diritto alla privacy cui è finalizzata la riforma.

Che quindi non può muoversi solo in una logica di risparmi, divieti e prescrizioni ma deve assicurare professio-nalità adeguate.”

La storia del caso come riporta l’AGI

In primo grado M.J. viene condannato col rito abbreviato a 9 anni e 4 mesi

Sentenza pronunciata dal gup lecchese Salvatore Catalano per traffico e detenzione di sostanze stupefacenti su richiesta del pm Paolo Del Grosso.

In quali casi si puo’ utilizzare il trojan?

il trojan  va utilizzato in luoghi di privata dimora solo per i reati di criminalità organizzato, questa è la tesi dell’avvocato dell’albanese condannato.

L’accoglimento delle tesi dell’avvocato Beretta

Beretta non demorde  riproponendo il tema in appello e questa volta le viene data ragione

Nonostante il procuratore generale incorra nello stesso sbaglio dei suoi colleghi chiedendo di nuovo la condanna per M.J. 

Errori ed illegalità

La pronuncia della Cassazione del 2016 per cui il trojan può essere installato solo per reati di criminalità organizzata e non per i reati comuni, come quelli di droga.

Ecco che allora crolla la gran parte delle accuse a M.J.:

“Visto il divieto assoluto di utilizzo del captatore in procedimenti diversi da quella di criminalità organizzata, tutte le conversazioni intercettate con quello strumento

– sanciscono i giudici di secondo grado – sono inutilizzabili anche nel giudizio abbreviato, trattandosi di prove illegali”.

Errori ripetuti e vari

Errori del procuratore generale che ha insistito per la condanna e dei giudici per le indagini preliminari che le hanno autorizzate con più decreti.

Condanna ridotta

La condanna viene  ridotta di quasi 8 anni e rideterminata in un anno e sei mesi di carcere  con immediata revoca della custodia cautelare.

Il commento dell’avvocato Beretta

“La corte d’Appello ha ripristinato e ridato vigore al senso di giustizia” che prosegue con una serie di considerazioni:

la sentenza ha ricollocato sul piano della legalità una vicenda autorizzata e avallata da diversi operatori del diritto che si sono succeduti.

Non è difficile comprendere quali siano state le conseguenze di questo abuso dello strumento investigativo ai danni degli indagati

e aggiunge: “alcuni dei quali sono stati privati della libertà in modo illegittimo”

 Consideriamo inoltre che un captatore ha un costo giornaliero di 300-400 euro al giorno, soldi che lo Stato ha speso inutilmente”

Il trionfo della giustizia

IL trionfo della giustizia con  l’esplicito riconoscimento dell’errore compiuto da cinque toghe, tre rappresentanti dell’accusa e due giudici.

L’errore è comunque clamoroso e da parte di vari soggetti, e il danno non è solo all’individuo, ma anche all’immagine della Magistratura nel suo complesso.

 

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