Tunisino, disperato, tenta un gesto estremo

Tunisino, era ospite del Centro permanente per i rimpatri (Cpr) di Pian del Lago

Sabato pomeriggio, durante una protesta, aveva tentato la fuga scavalcando la rete della struttura.

Era precipitato dalla cima di una recinzione alta sei metri procurandosi gravi fratture al volto.

Era stato trasportato al pronto soccorso del Sant’Elia dove gli sono state prestate le prime cure e questa mattina era stato disposto il suo trasferimento al San Marco Catania

In ospedale sarebbe stato sottoposto a intervento.

Durante il tragitto però avrebbe avuto una colluttazione con il personale sanitario che era a bordo e, fuggendo dall’ambulanza, si è lanciato dal viadotto.

Gli agenti di polizia che erano al seguito dell’ambulanza lo hanno immediatamente individuato e lo hanno raggiunto.

I poliziotti hanno prestato i primi soccorsi in attesa dell’arrivo dell’elisoccorso. (ANSA).

Il tunisino è ancora vivo, è stato trasportato dall’elisoccorso all’ospedale Cannizzaro.

Come tanti centri per migranti, Pian del Lago si trova in una zona ‘periferica’, totalmente isolata dal resto della città

E soprattutto non collegata tramite mezzi di trasporto pubblico.

Abbiamo incontrato diverse persone che si erano recate all’Ufficio Immigrazione per  il disbrigo delle loro pratiche amministrative e che stavano chiamando un taxi per tornare verso il centro città.

Cosa succede nel centro?

Lo Stato italiano dichiara che sono stati fatti lavori di ‘adeguamento e miglioramento

la nostra visita di monitoraggio a fine settembre rivela soprattutto come i nuovi lavori puntino sempre di più sulla sorveglianza e il controllo”

Vengono utilizzate ” nuove videocamere di sorveglianza e un rafforzamento delle barriere) di persone detenute per lo più per l’esercizio del diritto di movimento.

Ci chiediamo dunque, ‘miglioramento’ in che senso, e per chi? Come ci hanno detto alcune persone Tunisine – parlando da dietro due enormi recinzioni – ‘qua siamo nella merda.’

Fonte Borderline Sicilia

Altre fonti:

Nel corso del 2018 è stato chiuso e ha riaperto solo a dicembre.

 Da allora si sono registrati tentativi di evasione e di fuga. In particolare, a gennaio 2019 un cittadino straniero si è lanciato dal tetto del centro per evitare il rimpatrio.

Alla luce di alcune informazioni apprese, sembrerebbe che in alcune occasioni siano stati effettuati rimpatri di richiedenti protezione internazionale ricorrenti

Ex art. 35 prima che l’autorità giudiziaria si esprimesse in merito alla richiesta di sospensione dei provvedimenti impugnati, determinando un grave danno al diritto alla difesa delle persone rimpatriate

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