22 Novembre 2024 01:45
Aviaria nel ferrarese e nel Veneto, l’allarme non è un caso isolato
Oggetto del provvedimento un allevamento avicolo a Lagosanto che fa capo – scrive la Nuova Ferrara – a una società parte del gruppo Amadori.
L’8 novembre il sindaco di Lagosanto, Cristian Bertarelli, ha disposto il sequestro di tutti i capi.
II secondo episodio a Ronco di Adige in provincia di Verona e da altri due nelle immediate vicinanze, la regione Veneto si è attivata per scongiurare il propagarsi dell’epidemia.
L’ANSA: la Copagri regionale, il virus sottotipo H5N1 ha colpito numerosi allevamenti nel veronese, zona nella quale si contano ormai circa una ventina di focolai.
il presidente di Copagri Veneto Carlo Giulietti : “Riteniamo fondamentale, vista l’aggressività e la pericolosità del virus, mettere tutta l’attenzione del caso sulla necessità di attenersi strettamente alle misure di biosicurezza indicate dalle autorità competenti”. Il virus colpisce solo le specie avicole. “Oltre a segnalare qualsiasi sintomatologia sospetta.
Aviaria nel ferrarese. Rispettare i protocolli individuati per evitare il rischio di contagi indiretti
Prosegue Giulietti – , invitiamo tutti gli allevamenti avicoli a rispettare i protocolli individuati per evitare il rischio di contagi indiretti; attenzione quindi alla disinfezione dei camion, all’ingresso e all’uscita dall’azienda, e all’utilizzo di calzari e abbigliamento dedicato, evitando il contatto diretto tra uccelli selvatici e pollame e limitando le visite esterne in allevamento”. (ANSA).
Attivazione di una zona di protezione con un raggio di 3 chilometri
Luca Zaia aveva inviato una circolare per informare dei rischi e ” misure restrittive per arginare il problema dell’influenza aviaria
Zaia aveva stabilito l’attivazione di una zona di protezione con un raggio di 3 chilometri intorno alle sedi dei focolai e di una seconda zona di sorveglianza con un raggio di 10 chilometri.” (Il Fatto Alimentare).
Rischio pandemia, avvertono dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe)
In realtà i sono due: il virus puo’ infettare altri animali: maiali, cavalli, cani, balene e alla fine arrivare all’uomo.
E “data l’elevata frequenza con cui questi virus vanno incontro a fenomeni di mutazione, c’è la concreta possibilità che da un serbatoio animale possa originare un nuovo virus per il quale la popolazione umana risulta suscettibile dando modo alla malattia di estendersi a livello globale, provocando quindi una pandemia.
L’influenza nel pollame, sia nella forma causata da ceppi a bassa patogenicità (LPAI) sia da ceppi ad alta patogenicità (HPAI) regolarmente si presenta nel territorio nazionale.
La pandemia quando arriva, lo sappiamo col coronavirus, infetta vari strati della popolazione, giovani compresi, e i danni pesanti sono per le categorie dei piu’ “fragili”.