Trattenere un paziente in ospedale senza consenso: normativa in Tunisia e confronto con l’Italia

Il tema del trattenimento di un paziente in ospedale senza il suo consenso è delicato e regolato da normative che variano tra i Paesi. In Tunisia, e specificamente a Sousse, esistono leggi che disciplinano tali situazioni, soprattutto in ambito psichiatrico. Confrontare queste normative con quelle italiane può evidenziare similitudini e differenze significative.


Normativa tunisina sul ricovero senza consenso

In Tunisia, la Legge n. 92-83 del 3 agosto 1992, modificata dalla Legge n. 2004-40 del 3 maggio 2004, regola il ricovero e il trattamento dei pazienti affetti da disturbi mentali. Secondo questa legge, un paziente può essere trattenuto senza il suo consenso solo se:docstore.ohchr.org+3SAGE Journals+3Directory of Open Access Journals – DOAJ+3

  • Soffre di un disturbo mentale che richiede cure immediate.

  • Non è in grado di fornire un consenso informato.

  • Rappresenta un pericolo per sé stesso o per gli altri.

La decisione di ricovero involontario deve essere presa da un’autorità giudiziaria, basandosi sulle raccomandazioni di due medici, di cui almeno uno psichiatra. Il ricovero iniziale è limitato a tre mesi, con possibilità di proroga previo riesame. Il paziente ha il diritto di appellarsi contro tale decisione. deemagclinic


Diritti dei pazienti in Tunisia

Le cliniche tunisine, come la Clinique El Yosr International di Sousse, garantiscono ai pazienti:Clinique El Yosr Sousse Tunisie+1Clinique El Yosr Sousse Tunisie+1:

  • Il diritto all’informazione sul proprio stato di salute.

  • Il diritto al consenso informato per ogni atto medico.

  • La possibilità di designare una persona di fiducia per decisioni mediche in caso di incapacità.

  • Il diritto alla riservatezza e alla privacy durante il ricovero.Clinique El Yosr Sousse Tunisie

In situazioni di emergenza, se il paziente non è in grado di esprimere la propria volontà e non è possibile contattare una persona di fiducia, il medico può intervenire senza consenso. Clinique El Yosr Sousse Tunisie


Confronto con la normativa italiana

In Italia, il Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO) è regolato dalla Legge n. 833 del 23 dicembre 1978. Il TSO può essere disposto quando:

  • Il paziente necessita di cure urgenti.

  • Rifiuta le cure.

  • Non esistono alternative terapeutiche extraospedaliere.

La proposta di TSO deve essere firmata da due medici e convalidata dal sindaco, in qualità di autorità sanitaria. Il TSO ha una durata iniziale di sette giorni, rinnovabile. Il paziente ha il diritto di ricorrere contro il provvedimento.


Differenze principali tra Tunisia e Italia

  • Durata iniziale del ricovero: Tre mesi in Tunisia, sette giorni in Italia.

  • Autorità competente: Autorità giudiziaria in Tunisia, sindaco in Italia.

  • Numero di medici coinvolti: Due in entrambi i Paesi, con almeno uno psichiatra.


Conclusioni

Sia in Tunisia che in Italia, il ricovero senza consenso è previsto solo in casi eccezionali, principalmente in ambito psichiatrico, e con garanzie per la tutela dei diritti del paziente. Tuttavia, esistono differenze procedurali e temporali significative tra i due Paesi.

Se si è coinvolti in un caso specifico a Sousse, è consigliabile consultare un avvocato locale esperto in diritto sanitario per ottenere assistenza adeguata.

E nello stesso l’uscita dall’ospedale dovrebbe seguire linee-guida internazionali, con la possibilità per il paziente, di decidere sulla propria vita e sulle proprie cure accompagnato da un medico di fiducia naturalmente.

Un episodio ” particolare” ci viene segnalato in un ospedale di Sousse che per ora non citiamo nell’attesa di un riscontro da parte loro per capire come sia possibile che un nostro connazionale, italiano, sia trattenuto senza il suo consenso.

Una vicenda delicata su cui informeremo i lettori, una volta appresi i dettagli, privacy permettendo, della vicenda per ora nebulosa, ed dare possibilità di una corretta informazione una volta che ci sia la risposta della struttura medica.

Si rammenta che comunque c’è sempre il supporto attivo e positivo della nostra Ambasciata che difende i diritti degli italiani all’estero.

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