Le nostre città sono diventate delle giungle, la sicurezza percepita è pari a zero, come anche quella reale, grazie a politiche di tolleranza sbagliate, che hanno prodotto degrado e disagio sociale, i quali amplificano e moltiplicano i reati intrinsechi alla necessità di sussistenza di questi soggetti che imperano nelle nostre città, danneggiando il valore delle stesse.

Altro argomento importante da considerare è il blocco del turnover nelle FF.OO., il quale ha fatto dei danni enormi, che le nuove leve non potranno mai colmare, perché ci vorrebbero dieci anni.

Mentre la riforma della Sicurezza Sussidiaria e Complementare,  proposta dalla Confederazione Sindacale Confintesa – Federazione Sicurezza e presentata al governo, è ancora in stallo; quando la stessa non solo riformerebbe un comparto ormai obsoleto, ma andrebbe nella direzione opposta di quella intrapresa, restituendo anche quella dignità professionale e salariale agli operatori, sicuramente meritata.

La riforma consentirebbe allo Stato Italiano di implementare il controllo territoriale e de facto la sicurezza sul suolo nazionale, recuperando in primis risorse professionali ed economiche, per riorganizzare tutto il sistema di sicurezza ed in ultimo restituire quel giusto livello di sicurezza necessaria per la ripresa economica nazionale.

I tempi sono maturi secondo gli esperti in sicurezza pubblica e privata de Confintesa, questa riforma è ormai obbligatoria e necessaria, perché mettendo sul territorio questi nuovi Ausiliari di Pubblica Sicurezza, con obbligatoria formazione istituzionale, con il contributo degli IVP, ottenendo così anche nuove regole d’ingaggio; l’apparato sicurezza pubblica si concentrerebbe sul recupero di risorse umane da formare e perfezionare nel background per contrastare il fenomeno di carenza professionale acquisita, dagli inevitabili pensionamenti che non faranno altro che aggravare quanto cagionato da un blocco del turnover, fuori da ogni logica.

Il progetto di riforma compartimentale de Confintesa è stato anche presentato ad alcune Associazioni Datoriali, con le quali si sono aperti dei confronti, ma la parola RIFORMA deve essere Istituzionale, non si può indugiare oltre.

Per La Redazione

EP

Condividi sui social