Fumata nerissima!

I Lavoratori di Air Italy, inascoltati, inaccettabilmente lasciati senza tutele e nelle mani dei liquidatori, pronti a licenziare tutti i 1322 dipendenti.

Conclusosi pochi minuti fa il difficile e tesissimo incontro che determina la chiusura della procedura di licenziamento dei 1322 lavoratori di Air Italy.
Irremovibile la posizione dei liquidatori, forti di un mandato preciso da parte della proprietà che ha reso impossibile qualsiasi sospensione o proroga dei termini della procedura stessa.
A nulla varrà qualsiasi emendamento o legge predisposta dal legislatore per consentire ai lavoratori di ottenere i 12 mesi di sperata CIGS se l’azienda non ne fa richiesta di accesso, cosa improbabile data la irremovibile posizione che rende sempre più esplicito l’obiettivo esclusivo aziendale di licenziare. Emerge in modo inquietante l’ostinazione dei liquidatori a respingere ogni tentativo di persuasione giunto dai rappresentanti delle regioni e dei Ministeri ad attendere l’approvazione dei dispositivi di legge che predispongono la CIGS per i lavoratori di Air Italy.
Purtroppo emerge in modo evidente un’altro fattore: il poco tempo a disposizione, avendone depauperato di prezioso durante gli incontri antecedenti a questi unici tre tenuti finora con l’ausilio del Min Lav.
Ultima speranza: a tempo ormai scaduto, il Ministero del Lavoro convocherà un incontro per il giorno 15 dicembre. Tuttavia, ciò non impegna in alcun modo i liquidatori nella loro azione.
E’ atteso l’intervento all’incontro dei ministri dei dicasteri del MISE, MIMS e MinLav dai quali si attendono risposte politiche forti, quelle stesse azioni tanto invocate dai lavoratori che incessantemente manifestano a Milano, Roma e una settimana fa finanche all’Europarlamento a Bruxelles, dove una rappresentanza dei lavoratori e’ stata ascoltata da numerosi europarlamentari.
La vertenza di Air Italy e’ diventata una QUESTIONE POLITICA!
Non più tecnica, poiché le norme per la concessione della CIGS sono in via di predisposizione.
I lavoratori di Air Italy sono un’intralcio, sono fonte d’imbarazzo per quella politica che ha trascurato gli effetti della disastrosa gestione della compagnia nei due anni di amministrazione qatarina, indotta scientemente a un suicidio assistito. Ancora oggi sono sottoposti alle angherie che rispecchiano la stessa filosofia lavorativa subita con la gestione della compagnia negli ultimi anni di operatività.
Ora i lavoratori chiedono che davanti a questo scandalo, a tanta violenza che ancora subiscono si levi un coro unanime di sdegno. Attendono ora una presa di posizione netta da parte di tutti quegli attori istituzionali che ancora fanno in tempo ad evitare la macelleria sociale che sta per consumarsi.

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