Cartello “sbirri morti a 3 euro” all’Ateneo di Milano: indignazione e condanna

Un cartello con la scritta “sbirri morti a 3 euro” è comparso all’interno dell’Università Statale di Milano, durante un’occupazione promossa da collettivi studenteschi legati alla causa palestinese. Il messaggio, accostato ad altri che pubblicizzano birre e amari a basso costo, ha suscitato una forte reazione da parte della Fsp Polizia di Stato.

Valter Mazzetti, segretario generale del sindacato, ha definito il gesto “agghiacciante” e ha denunciato il clima di giustificazionismo che, a suo dire, alimenta l’odio verso le forze dell’ordine.

Il cartello “sbirri morti a 3 euro” e l’occupazione dell’Ateneo

L’episodio è avvenuto nel contesto di un’occupazione universitaria in corso presso la Statale di Milano. I collettivi coinvolti dichiarano di sostenere la causa palestinese, ma tra i materiali esposti è apparso anche il cartello incriminato.

Accanto a messaggi ironici e promozionali, come “birre a 2 euro” e “amari a 3 euro”, campeggia la frase “sbirri morti a 3 euro”, che ha immediatamente attirato l’attenzione dei media e delle istituzioni.

La reazione della Fsp Polizia di Stato al cartello “sbirri morti a 3 euro”

Valter Mazzetti ha espresso una condanna durissima: “Non ci sono parole per descrivere la vergogna dei soliti debosciati che utilizzano ogni scusa per vomitare odio su chi indossa la divisa e rappresenta le istituzioni”.

Secondo il segretario generale, il cartello “sbirri morti a 3 euro” è il frutto di un clima culturale che tollera, giustifica o minimizza la violenza contro le forze dell’ordine.

Il contesto delle manifestazioni e le tensioni sociali

L’episodio si inserisce in un periodo di forte tensione sociale, con cortei e manifestazioni che, in alcuni casi, hanno causato danni e feriti. Mazzetti ha ricordato i 123 agenti finiti in ospedale negli ultimi giorni, sottolineando come spesso la narrazione mediatica tenda a minimizzare gli episodi di violenza.

Il cartello “sbirri morti a 3 euro” diventa così simbolo di una deriva comunicativa che, secondo la Fsp, rischia di legittimare l’odio verso chi serve lo Stato.

Libertà di espressione e limiti del dissenso

Il dibattito si è acceso anche sul confine tra libertà di espressione e incitamento all’odio. Se da un lato l’università è storicamente luogo di confronto e pluralismo, dall’altro episodi come quello del cartello “sbirri morti a 3 euro” sollevano interrogativi sulla responsabilità di chi comunica.

Molti si chiedono se sia accettabile che, in nome di una causa politica, si arrivi a sbeffeggiare chi ha perso la vita in servizio.

Il ruolo delle istituzioni e la tutela della memoria

Mazzetti ha invocato un intervento deciso da parte delle istituzioni accademiche e politiche. “Vorremmo che gli autori di quel cartello lo spiegassero agli orfani che non vedranno mai più i loro cari”, ha dichiarato.

Il cartello “sbirri morti a 3 euro” è stato definito un insulto alla memoria di uomini e donne che hanno sacrificato la propria vita per la sicurezza collettiva.

Università e responsabilità educativa

L’Università Statale di Milano non ha ancora rilasciato una dichiarazione ufficiale sull’accaduto. Tuttavia, il dibattito solleva una questione più ampia: quale ruolo devono avere le istituzioni educative nel prevenire messaggi di odio?

Il cartello “sbirri morti a 3 euro” pone l’accento sulla necessità di un’educazione al rispetto, anche nel dissenso.

Conclusioni: il cartello “sbirri morti a 3 euro” come campanello d’allarme

L’episodio milanese non può essere liquidato come una semplice provocazione. Il cartello “sbirri morti a 3 euro” è il sintomo di una tensione crescente tra alcune frange giovanili e le istituzioni.

Serve un confronto serio, che non censuri il dissenso ma ne riconosca i limiti. E serve, soprattutto, una presa di posizione chiara da parte di chi ha il compito di educare, tutelare e rappresentare.

Condividi sui social