Napoli

Napoli, sequestro preventivo nella “terra dei Fuochi”: azienda di Caivano, che si occupa della gestione dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata (plastica, carta e cartone), di 75 Comuni tra cui le Provincie di Napoli, Caserta e Salerno.

Napoli 12 Dicembre 2024, in data odierna, nell’ambito di attività d’indagine diretta dalla Procura delle Repubblica di Napoli, unitamente ai Carabinieri del Comando Gruppo per la tutela Ambientale e la Sicurezza Energetica di Napoli, unitamente al personale del Comando Provinciale di Napoli hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Napoli Nord, nei confronti  di una società operante in Caivano che si occupa della gestione dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata (plastica, carta e cartone), di 75 Comuni tra cui le Provincie di Napoli, Caserta e Salerno.

Il legale rappresentante della società è ritenuto responsabile della commissione dei reati i cui agli articoli 137 (scarico abusivo di rifiuti industriali, e 256 (gestione illecita di rifiuti) del D.Ivo 152/2006 del Testo Unico Ambientate.

L’attività svolta in via prevalente della predetta società, che si estende su una superficie di ca. 40.000 mq, è quella di recupero della carta e cartone e la successiva trasformazione in Materia Prima Seconda (MPS), o più comunemente “End of Waste”.

Gli altri rifiuti ricevuti, per lo più costituiti da plastiche, vengono invece confezionati in balle per poi essere avviati al recupero presso altri impianti e la parte non recuperabile avviata a smaltimento.

Con riferimento a tali attività di gestione, l’azienda riceve un contributo da parte dei rispettivi Consorzi di filiera, rispettivamente Co.Re.Pla. (Consorzio Recupero Plastica) e Comieco (consorzio Nazionale per i l Recupero ed il Riciclo degli imballaggi a base cellulosica) di cui costituisce piattaforma specializzata.

Le indagini, dirette dalla Procura di Napoli e delegate ai Carabinieri del NOE di Napoli, unitamente all’Arpa Campania, hanno consentito di accertare che l’attività di gestione dei rifiuti provenienti dalla citata raccolta differenziata, da parte dell’azienda, avveniva in difformità dell’atto autorizzativo, dichiarando come recuperati rifiuti che in realtà non lo erano e, dunque, immessi illegalmente ne circuito delle MPS (materie prime secondarie), in assenza ei requisiti di legge previsti.

In particolare, dalle investigazioni svolte con riferimento alla citata attività di recupero, è stato accertata che quanto classificato dall’azienda quale “End of Waste” e, dunque, potenzialmente rifiuti già sottoposto ad attività di recupero non potevano essere inquadrati tra i prodotti destinati ad reimpiego, in quanto privi delle caratteristiche merceologiche richieste e ricchi di numerose impurità.

Tali rifiuti erano peraltro, stoccati all’esterno dei piazzali in assenza di eseguiti coperture e, pertanto esposti ad dilavamento in pubblica fognatura.

Le anomalie sono state rincontrate anche rispetto alle acque reflue, laddove si è rilevato che le stesse attraverso apposite tubature e pozzi scolmari non autorizzati, by-passavano l’impianto di trattamento depurativo chimico, fisico, biologico, confluendo direttamente nel collettore della zona ASL in assenza del previsto processo depurativo.

Nello specifico, i Carabinieri del NOR, attraverso l’uso del tracciante colorato, accertavano che il reale percorso dei reflui industriali, immessi in fognature senza il dovuto e previsto trattamento e dunque con presenza di sostanze inquinati , era totalmente difforme da quanto contenuto nell’atto autorizzativo della Regione Campania.

Le indagini sviluppatesi nel corso del tempo, attraverso reiterati controlli da parte della Polizia Giudiziaria e dell’Arpa Campania, hanno consentito di documentare che l’illecita gestione delle acque reflue e dei rifiuti

Ha rappresentato una pratica, utilizzata al fine i risparmiare sui costi di gestione dei rifiuti e di depurazione dei rifiuti industriali, che avrebbe potuto provocare, se reiterata nel tempo, un grave inquinamento con un diffuso stato di contaminazione delle matrici ambientali del suolo, delle acque superficiali e della acque sotterranee.

Nella motivazione del provvedimento cautelare reale, è stato evidenziato come la libera disponibilità del complesso societario potesse favorire la prosecuzione dell’attività illecita posta in essere, con il conseguente aggravamento de danni ambientali.

Il GIP presso il Tribunale di Napoli Nord, come richiesto dalla Procura di Aversa, ha nominato un amministratore giudiziario, al quale affidare l’attività gestoria finalizzata ad assicurare il rispetto delle prescrizioni individuate dagli organi tecnici per ricondurre l’attività dell’azienda nel solco del rispetto della norma e di quanto dettato dall’atto autorizzativo.

Il predetto provvedimento cautelare reale si inserisce in una più ampia e articolata attività investigativa, diretta da questa Procura della Repubblica e condotta in modo capillare dai Carabinieri del Gruppo di Napoli del Comando Tutela Ambientale e Sicurezza Energetica, avvalendosi della preziosa collaborazione tecnica dell’ARPAC.

Tali investigazioni, tuttora in corso di svolgimento ed eventi ad oggetto le aziende ubicate in un’area particolarmente sensibile sotto l’aspetto ambientale, cd. Terra dei Fuochi, sono finalizzate al accertare a presenza di eventuali gravi fonti di inquinamento della matrici ambientali.

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