scartato al colloquio di lavoro a causa del pene

L’assurda storia di Joe raccontata nei canali mediatici.

Essere scartati ad un colloquio di lavoro. La causa un pene fuori misura. Un declino pervenuto per qualcosa non riguardante le proprie competenze.

Il colloquio di lavoro

Il candidato, un ragazzo di nome Joe, ha raccontato di un’esperienza negativa legata al suo pene extralarge. Il ragazzo ha preso parte al programma televisivo britannico, Massive C***, dedicato proprio ai superdotati. Qui ha parlato del suo membro, che sarebbe decisamente più lungo della media, 24 centimetri:

“È letteralmente più grande e più spesso del mio stesso avambraccio. Per evitare che finisca dappertutto, ho dovuto acquistare delle mutande speciali, fatte su misura”.

Il ragazzo poi ha raccontato l’episodio del colloquio. Coloro che avrebbero potuto assumerlo, lo hanno scartato con queste parole:

“Ci sembravi un buon candidato, ma non avrai il posto, perché il tuo comportamento è stato decisamente inappropriato”. Secondo la ricostruzione del ragazzo, lui indossava un abito per la selezione e i suoi ipotetici futuri datori di lavoro avrebbero intravisto la forma del suo pene attraverso il vestito: “Sicuramente hanno pensato che avessi un’erezione”, ha dedotto il ragazzo.

Si pensa spesso a come vestirsi ad un colloquio, ma nessuno aveva probabilmente mai pensato a questo piccolo inconveniente che riguarda solo alcuni uomini più dotati della media. Come possono fare loro per passare inosservati e non giocarsi la possibilità di un posto di lavoro, a causa del loro membro invadente?

Le discriminazioni durante i colloqui di lavoro

A volte la discriminazione parte da ben prima, dal colloquio di lavoro. Molti annunci recitano “Cercasi ragazza/o di bella presenza”, ma è legale farlo? La legge dice che è vietato alle agenzie di lavoro “effettuare qualsivoglia indagine o comunque trattamento di dati ovvero di preselezione di lavoratori, anche con il loro consenso, in base alle convinzioni personali, alla affiliazione sindacale o politica, al credo religioso, al sesso, all’orientamento sessuale, allo stato matrimoniale o di famiglia o di gravidanza, alla età, all’handicap, alla razza, all’origine etnica, al colore, alla ascendenza, all’origine nazionale, al gruppo linguistico, allo stato di salute nonché ad eventuali controversie con i precedenti datori di lavoro”. Però ci sono delle eccezioni: “a meno che non si tratti di caratteristiche che incidono sulle modalità di svolgimento dell’attività lavorativa o che costituiscono un requisito essenziale e determinante ai fini dello svolgimento dell’attività lavorativa”. In sostanza se la bellezza è un requisito necessario per un certo tipo di lavoro, è possibile che venga richiesto già nell’annuncio e senza conseguenze per chi lo fa.

 

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