Lettera aperta. riceviamo e pubblichiamo; si tratta di una lettere del  colonnello Filomeni in risposta alle dure affermazioni del generale Camporini candidato con Calenda

Lettera aperta al Generale C.A. Vincenzo Camporini, già Capo di Stato Maggiore della Difesa.

Segue il testo della lettera aperta:

Stim.mo Comandante,
ho letto, con rammarico, alcune sue dichiarazioni riportate dalla stampa che avevano come protagonista un suo collega generale, tal Roberto Vannacci.

 

lettera aperta
Gen.Camporini

Lettera aperta. Chi Le scrive è un umile ufficiale dell’Esercito italiano che si è fermato al grado di Maggiore in servizio, dopo una vita passata orgogliosamente nei ranghi da Sottufficiale e iniziata da soldato semplice.

Una lenta progressione dal basso, come si confà a chi non ha studiato nelle accademie e alle scuole di guerra.

Mi rivolgo a Lei in quanto è stato il mio Comandante nel 2008, quando è arrivato a ricoprire il massimo incarico per Noi che portiamo le stellette: Il Capo di Stato Maggiore della Difesa.

Una carriera indubbiamente eccezionale impreziosita anche dall’essere stato un bravo pilota di quell’aereo che si era guadagnato l’epiteto di “spillone” a causa della sua forma allungata (e anche un altro infausto che non cito per rispetto a chi ha perduto la vita a quei comandi)…

Ma non voglio farLe perdere tempo e verrò subito al sodo, come si conviene tra militari. Alcuni giorni fa ho scritto una lettera simile a Sua Eccellenza, M.O.V.M. Gianfranco Paglia, che si era espresso pubblicamente usando termini estremamente offensivi nei confronti del generale Vannacci.

Vede, Caro Comandante, è pur vero che adesso sia Lei che Vannacci siete dei competitors politici oltre che compagni d’armi. Lei, anni fa, entrò in politica con “+Europa” e si candidò alle elezioni politiche con quel partito senza, però, riuscire ad essere eletto.

continua la Lettera aperta

Adesso ci riprova con il partito di Calenda “Azione”, e Le auguro sinceramente di coronare il Suo impegno politico con la conquista di un seggio al Parlamento europeo, lo stesso a cui ambisce il Suo avversario Vannacci.

Ho utilizzato il termine avversario e MAI NEMICO perché entrambi siete stati due grandi patrioti che avete servito al massimo livello la nostra amata Italia e di questo vi siamo tutti grati.

Per cui arrivo al punto: più che legittimo criticare i contenuti di un libro scritto da un commilitone di cui non si condividono i contenuti.

Altrettanto legittimo è farlo in campagna elettorale per cercare di trarne vantaggio in termini di consenso dell’elettorato. Ma la critica deve limitarsi ai temi trattati nel libro e MAI dico MAI alla persona tentando di screditarne la fama.

Quando Lei nell’intervista afferma, riferendosi chiaramente a Vannacci che “in oltre 45 anni di servizio nelle forze armate posso dire di aver avuto a che fare con persone di ben altro spessore e soprattutto rispettose del loro ruolo, delle loro responsabilità e della divisa che indossavano” sembra anche Lei mancare di rispetto alla persona, più che ai contenuti che quella persona esprime.

E anche frasi del tipo “Vannacci si considera il più intelligente e il più bravo” sono considerazioni che si addicono più al frequentatore di un bar di periferia che non ad uno stimatissimo Comandante quale personalmente La ritengo.

Infine, un’ultima annotazione in merito ai Suoi giudizi critici sulla non opportunità per un generale di scrivere un libro come “il Mondo al Contrario” quando ancora è in servizio:

non crede che entrare nel merito di un’inchiesta interna alla Forza Armata arrivando a conclusioni che spetterebbero a chi di dovere, dall’alto del Suo rango possa rappresentare una forma se non di pressione, almeno d’influenza?

Lasciare alla Giustizia militare il suo corso rimanendo neutrali – come Lei sostiene sempre – credo sia la cosa più saggia da fare.

Vengo quindi alla conclusione del mio accorato appello:

sfidatevi apertamente e lealmente onorando l’Uniforme che avete indossato nelle Vostre rispettive splendide carriere.

Senza mai mancare di rispetto ad un compagno d’armi, che in gergo militare scevro da significati politici, possiamo definire CAMERATISMO. Vannacci nei Suoi confronti non lo ha mai fatto e, conoscendolo, né lo farà mai…

Colgo l’occasione per formularLe i miei migliori auguri per la candidatura alle imminenti elezioni europee.

Ten. Col. (ris.) Fabio Filomeni.

**Roberto Vannacci: Il suo Curriculum e la Sua Discesa in Campo**

Roberto Vannacci, un nome che sta emergendo nel panorama politico italiano con la sua storia e il suo impegno. Ma chi è veramente? Scopriamolo attraverso il suo curriculum e la sua discesa in campo.

**Giovani Passi in Politica**

Nato a Firenze nel 1978, Vannacci ha mostrato fin da giovane un interesse per la politica e il sociale. Laureato in Economia, ha iniziato la sua carriera come imprenditore nel settore della comunicazione e dell’innovazione tecnologica.

**Impegno Sociale e Comunitario**

Prima di entrare a pieno titolo nella politica, Vannacci ha dedicato tempo ed energie a iniziative sociali e comunitarie. La sua sensibilità verso le tematiche ambientali e l’inclusione sociale lo hanno portato a collaborare con numerose associazioni e ONG.

**La Svolta Politica**

Il suo ingresso in politica è avvenuto nel 2015, quando è stato eletto consigliere comunale nella sua città natale, Firenze. Da lì in avanti, la sua carriera politica ha conosciuto una rapida ascesa, grazie al suo impegno e alla sua capacità di ascolto delle esigenze della cittadinanza.

**Ruoli di Rilievo**

Negli anni successivi, Vannacci ha ricoperto diversi ruoli di rilievo a livello locale e nazionale. Dal consiglio comunale alla presidenza di commissioni parlamentari, il suo operato è stato caratterizzato da una vision

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