Pamplona. Corsa dei tori: una tradizione secolare, ma a lungo vietata alle donne

La corsa dei tori di Pamplona è uno degli eventi più noti e discussi al mondo. Ogni anno, migliaia di persone si danno appuntamento nel nord della Spagna per vivere un’esperienza adrenalinica e fuori dal comune.

Pamplona, il percorso è breve, solo 846 metri. Ma in quei pochi minuti – spesso meno di quattro – può succedere di tutto. Uomini e tori corrono fianco a fianco tra le strade strette del centro storico. Il rischio è altissimo. L’emozione, anche.

Ciò che molti non sanno, però, è che per lungo tempo la corsa dei tori è stata vietata alle donne. Una tradizione secolare… ma non inclusiva.

Vietato alle donne fino al 1975

Per decenni, la presenza femminile nella corsa era proibita per legge. Un decreto del regime franchista vietava alle donne di partecipare direttamente all’encierro. Erano ammesse come spettatrici, dietro le barricate. Ma non come protagoniste.

Solo nel 1975, dopo la morte di Franco, questo divieto è stato formalmente abolito. La fine del regime ha aperto la strada a una nuova era. Ma la tradizione non cambia in una notte.

La lenta conquista dello spazio

Anche dopo l’abrogazione del divieto, la presenza femminile nella corsa dei tori è rimasta minima per anni. Le prime donne a correre lo hanno fatto tra sguardi scettici e commenti poco gentili. Erano poche, coraggiose, spesso isolate.

Correre con i tori non è solo una prova fisica. È anche una sfida culturale. Le donne che hanno scelto di affrontarla hanno dovuto superare paure, pregiudizi e stereotipi.

Le prime pioniere

Non ci sono nomi celebri o riconoscimenti ufficiali. Le prime donne che hanno partecipato alla corsa lo hanno fatto in silenzio, spesso senza visibilità mediatica. Ma il loro gesto è stato rivoluzionario.

Negli anni ’80 e ’90, il numero è lentamente cresciuto. Qualcuna correva travestita da uomo per evitare attenzioni. Altre affrontavano a viso aperto l’opinione pubblica.

Oggi le donne ci sono, ma sono poche

Oggi le donne possono partecipare liberamente alla corsa dei tori. Non ci sono più divieti, né barriere formali. Ma nei fatti, sono ancora poche.

Secondo stime locali, solo il 5-7% dei partecipanti all’encierro è donna. La maggior parte degli iscritti resta composta da uomini, spesso giovani e provenienti da tutto il mondo.

Perché così poche donne corrono?

Le ragioni sono molte. Prima di tutto, la corsa dei tori è un’attività estremamente pericolosa. Ci sono state decine di feriti gravi e anche diversi morti nel corso degli anni.

Inoltre, la pressione culturale resta forte. Anche se non espliciti, i giudizi sociali pesano. C’è ancora chi pensa che non sia “da donna” affrontare i tori.

Il cambiamento è in corso

Nonostante tutto, le cose stanno cambiando. Ogni anno, sempre più donne decidono di partecipare. Alcune lo fanno per sfida. Altre per passione. Altre ancora per rivendicare un diritto: quello di esserci, senza etichette.

Nel 2023, la fotografa spagnola Ana Palacios ha dedicato un intero reportage alle donne che partecipano alla corsa. Un modo per raccontare storie che spesso restano invisibili.

Una tradizione che si evolve

La corsa dei tori è una tradizione viva, in continua evoluzione. Nonostante le critiche legate al maltrattamento animale, continua ad attirare partecipanti da ogni parte del mondo.

La presenza femminile, anche se minoritaria, è il segnale di un cambiamento più ampio. Un cambiamento che riguarda il modo in cui le tradizioni si adattano ai tempi moderni.

Le regole della corsa

Per partecipare alla corsa, è necessario avere almeno 18 anni. Non si può correre sotto l’effetto di alcol o droghe. È vietato toccare o provocare i tori.

La partenza è alle 8 del mattino, dal recinto di Santo Domingo. Il percorso si snoda tra le vie più antiche della città e termina nell’arena. I tori, dopo la corsa, saranno protagonisti delle corride pomeridiane.

Una corsa per tutti, o quasi?

Molti sostengono che la corsa sia aperta a tutti. Ma i numeri raccontano una realtà diversa. Le donne sono una minoranza, spesso invisibile. Le loro storie, però, meritano spazio.

Il loro coraggio sfida non solo i tori, ma anche una lunga tradizione di esclusione. E dimostra che anche le tradizioni più antiche possono essere riscritte.

Conclusione: il passo delle donne nella corsa dei tori

La corsa dei tori è un rituale antico, affascinante e controverso. Per secoli, ha escluso le donne. Oggi non più. Ma la strada verso la piena parità è ancora lunga.

Ogni donna che corre scrive una pagina nuova. Ogni passo è un gesto di libertà, forza e sfida. E ogni anno, la corsa diventa un po’ più inclusiva, un po’ più aperta. Proprio come la società che la ospita.

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in breve

La corsa dei tori a Pamplona: una tradizione per anni vietata alle donne. Scopri come si è evoluto l’evento e il coraggio delle prime partecipanti femminili.

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