22 Novembre 2024 14:59
50 mila euro al mese sono tantissimi anche per un giornalista bravo come Marco Damilano in Rai.
Il punto è proprio la RAI che vive di pubblicità e anche del nostro canone, ma a noi non chiedono mai come spendere i nostri soldi verrebbe da dire!
Chi ha posto il problema etico/economico/politico
Simona Pergreffi: *Rai: Lega, spropositato contratto di Damilano*, stessa posizione Giorgio Maria Bergesio, Umberto Fusco.
Che sia leghista, forzista o di altri partiti ai noi semplici cittadini poco importa, non deve essere vista come una questione di partito e 50 mila euro al mese non sono pochi.
L‘attacco parte prendendo spunto dall’aumento del canone
“Come Lega ci poniamo una semplice domanda che sorge spontanea: il paventato aumento del canone Rai servira’ per sostenere l’ingaggio spropositato di Marco Damilano?
La cifra: 2 mila euro a puntata, che pagheranno i contribuenti
Pegreffi: “l’ad Fuortes, in Commissione definiva l’aumento del canone una misura consona e auspicabile per sostenere le casse di Viale Mazzini
ma intanto sceglie di strapagare un giornalista esterno invece di valorizzare risorse interne all’azienda.
Gli aspetti evidenziati sono due: la cifra e il mancato riconoscimento e possibilità per altri giornalisti interni.
Gli interni sono già pagati, e potrebbero benissimo fare gli opinionisti.
L‘attacco alla dirigenza RAI tocca poi un aspetto strettamente politico ma anche con risvolti sociali:
In questo periodo di difficolta’ per i cittadini, l’aumento del canone Rai sarebbe certamente un ulteriore aggravio“, vista la cifra, 50 mila euro al mese.
E motivarlo con la volonta’ testarda di assumere Damilano sarebbe un vero e proprio schiaffo.
Per la Lega questa decisione e’ completamente fuori luogo e chiederemo chiarimenti in Parlamento”.
Lo affermano in una nota i senatori della Lega componenti della commissione Vigilanza Rai: Giorgio Maria Bergesio, Umberto Fusco, Simona Pergreffi.
La Repubblica che notoriamente non è un giornale di Destra, già nel 2016, aveva menzionato: Rai, i 94 dirigenti che prendevano 200 mila euro di stipendi.
Ai giorni nostri, il 29 dicembre 2021, gli stessi giornalisti, vedi comunicato sindacale Usigrai, protestavano:
“sciopero per protestare contro la decisione dei vertici aziendali di tagliare l’informazione regionale e sportiva, e contro un metodo fondato sulla cancellazione del confronto con i sindacati.
Noi crediamo che sia necessario aumentare l’informazione, non ridurla.
Il metodo da seguire deve essere un altro: aggredire gli sprechi invece di ridurre il servizio ai cittadini.
Risparmiare su appalti e contratti strapagati e valorizzare il personale interno.
La RAI rispondeva: misure in atto o in programma sono volte ad aumentare la qualità dei servizi, e 90 assunzioni.
Sugli stipendi fuori da ogni logica nulla, e noi paghiamo sempre e comunque, obbligo di legge.