Censurato Alessandro Orsini, triste Italia, alle prese col “pensiero unico”

Censurato Alessandro Orsini ma non è l’unico, capita spesso anche al sottoscritto come a tanti che non si piegano all’ipocrisia e alla demagogia del Governo.

Non che gli altri governi fossero migliori: tutti della stessa pasta, far quadrare i bilanci a loro modo, sulle spalle della povera gente e soprattutto di chi lavora.

Tagli semplici e tremendi come quelli sulla sanità di cui ancora patiamo, per non parlare di pensioni ed energia.

 Bianca Berlinguer, aveva dichiarato: “Orsini ha ricevuto altre e maggiori offerte di retribuzione”.

Facevano a gara ad accogliere un professore che aveva delle idee precise e non consuete, pagandolo come spesso accade in tv.

Il Foglio, secondo cui il compenso del docente sarebbe stato di “circa 2mila euro a puntata”.

Numeri importanti per un super tecnico, ma non è una novità, a parte alcuni che partecipano gratis da di questi non vengono resi noti i nomi.

Mirta Merlino: “I talk si possono fare senza soldi, io lo faccio da dieci anni, se no sarei già chiusa abbondantemente. Anche questa è una piccola garanzia di libertà”.

L‘accusa contro Orsini?

Di essere filo-russo! Eppure ha precisato bene e con decisione quanto pensa sulla guerra, affermando che Putin è l’aggressore e d’altra parte chi può non dire la stessa cosa?

Dire quello che si pensa sta diventando sempre piu’ difficile in oriente ma anche in Occidente, a causa dei poteri forti e delle lobby delle armi: di questo si tratta.

Sono tanti i paesi in cui si costruiscono armi dall’Italia all’America tanto per dirla tutta. E se si scopre facilmente che tanti presidenti americani sono stati eletti da chi produce le armi…

Il discorso è chiaro e si capisce che da una certa parte non si cerca la pace, anzi si tira avanti per vendere armi. E noi subiamo le sanzioni che facciamo ( energia, benzina ecc.)

Le fake in tv o su internet ci sono da sempre

Uno dei casi piu’ clamorosi, citato da ISPI sulla pressione politica ( da parte di chi parla solo e soltanto di libertà ), per escogitare un modo di togliere un dittatore per un presidente di comodo.

Novembre 2015 quando France 5 , canale pubblico di informazione, invia una giornalista a intervistare Ahmad Chalabi

Ahmad Chalabi: l’uomo politico scelto da Washington per governare l’Iraq dopo la caduta di Saddam Hussein nel 2003.

Ricordate il dossier americano che imputava a Saddam il possesso di un arsenale chimico e biologico che non fu mai trovato?

La storia raccontata da ISPI che racconta di pagine di rapporti del dipartimento di Stato, del Pentagono di think tank Usa e britannico.

A Falluja però trovarono una spianata sassosa si poteva vedere delle strutture di metallo molto sghembe, precisazione di ISPI.

Come fini?

Chalabi era stato appena trovato morto, apparentemente vittima di un attacco di cuore.

 Nel filmato ammesso negava la sua complicità raccolta delle false accuse contro Saddam sulle armi di distruzione di massa e faceva dei nomi:

ma questa era stata la sua ultima intervista.

Tanto per ricordare gli orrori della guerra provocati da tanti interessi economico-politici di personaggi da Putin ai cinesi, ma anche presidenti americani che vorrebbero controllare il mondo.

E poi la ciliegina sulla torta

Donald Rumsfeld , l’ex segretario di stato USA: “L’assenza di una prova non è la prova di un’assenza”.

Dobbiamo andare avanti a far finta che tutto vada bene o è meglio ascoltare discorsi di tutte le parti in causa per poi emettere un giudizio nostro?

Tutti fanno gli interessi loro, noi invece facciamo i lacchè di chiunque offra soldi e potere, parliamo della politica nostrana.

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