22 Novembre 2024 02:28
sciocchezze. Draghi si è seccato parecchio : “Berlusconi dice sciocchezze”
Il grazie al Parlamento ed ai ministri che lo applaudono Mario Draghi in piedi, due rapidi inchini con la testa e quella battuta, pronunciata con la voce che tradisce l’emozione: “Qualche volta anche il cuore dei banchieri centrali viene usato”. In super Mario si deduce una vena di rimpianto. Il primo cruccio di è non poter ultimare il lavoro avviato nel febbraio del 2021: per un ex presidente della Bce stimato nel mondo, che a 74 anni ha raggiunto ogni traguardo che si era prefissato, Quirinale a parte, lasciare incompiuto il programma di governo del Paese è di certo un rammarico. Il secondo cruccio è aver provato sulla sua pelle quanto le sirene delle elezioni possano togliere alle forze politiche “il senso di responsabilità nazionale”.
Berlusconi, tutte sciocchezze
sciocchezze. L’improvvisa svolta di Berlusconi lo ha molto colpito. E ieri sera, quando gli hanno riferito le dichiarazioni dell’ex premier, Draghi si è seccato parecchio dichiarando :
“Non sono stanco e non ho colto la palla al balzo — è stata la sua reazione —. E non è vero che il presidente Mattarella ce l’abbia con me, perché abbiamo condiviso ogni scelta, passo dopo passo”. La verità per Draghi è che il centrodestra voleva disarcionarlo con “un governo bis senza i 5 Stelle, destinato a durare un giorno”. Tutto il resto sono sciocchezze, frutto di un grande lavoro di disinformazione orchestrato per ragioni elettorali.
Draghi : buon rapporto con la Meloni
Se Berlusconi lo ha spiazzato, Salvini lo ha sorpreso meno, perché da settimane Draghi aveva visto lo sfilacciamento dei rapporti con la Lega e sofferto l’inasprirsi delle rivendicazioni. Per paradosso, il premier ha costruito nel suo mandato un rapporto migliore con Giorgia Meloni, della quale ha apprezzato il comportamento leale. Quanto a Giuseppe Conte, che lo ha giudicato sprezzante e aggressivo, Draghi non si rimprovera di aver criticato duramente Superbonus e reddito di cittadinanza. E se qualcosa ha sbagliato mercoledì al Senato, pensa che per valutare gli errori ci sarà tempo». Venuto meno il patto di fiducia che reggeva la maggioranza era necessario andare a un chiarimento profondo, sia con i 5 Stelle che con la Lega. E se pure avesse smussato i toni sui dossier più identitari «sarebbe finita allo stesso modo, perché il centrodestra aveva scelto di correre al voto e ha approfittato dello strappo di Conte.
Il dopo
Il perimetro è ampio. Draghi non scriverà la legge di Bilancio ma potrà far fronte alle emergenze legate alla pandemia, alla guerra in Ucraina, all’inflazione e al costo dell’energia. Continuerà la sua battaglia in Europa per imporre un tetto al prezzo del gas dalla Russia, potrà portare avanti l’implementazione del Pnrr e decidere se inviare altre armi all’Ucraina. Il dopo sarà il tornare ala vecchia politica, pertanto con questa legge elettorale. Uguale ingovernabilità.
Letta, Renzi, Calenda e Di Maio sono già in campagna elettorale e la lealtà al premier, fino alle dimissioni e oltre, è già uno slogan della sfida alla destra. “Proveremo a combattere per l’agenda Draghi”, è la rotta indicata dal segretario del Pd. Vittorio Sgarbi pronostica che il campo largo di Letta sarà sostituito da un “campo per Draghi”. Ma chi lavora a contatto con l’ex presidente della Bce esclude che abbia in mente di impegnarsi in politica: “Forse con dieci anni di meno sarebbe stato tentato, ma ora è assolutamente indisponibile”. Non scenderà in campo e non solo perché, come azzarda un ministro, “non vuole fare la fine di Monti”. Diverso sarebbe se dalle urne non uscisse una maggioranza e Mattarella gli proponesse di restare a Chigi. In quel caso per Draghi non sarebbe facile sottrarsi. In Merito al cdx, tutto da rivedere dopo le uscite da Forza Italia di Brunetta, Carfagna e Gelmini, dato il partito ormai stanco ed alla deriva che si regge sol grazie ai sognatori azzurri, senza più una militanza e degli elettori che credono nei finti programmi del nuovo anziano Silvio Berlusconi.
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