Puglia. strutture sanitarie già in grave sofferenza

Puglia. intollerabili ritardi nelle valutazioni, strutture già in grave sofferenza a seguito della Pandemia

Puglia, Antonio Perruggini ci segnala gravi ritardi

E rivolge un accorato appello al Governatore Emiliano affinchè disponga ad horas l’istituzione di una “Azienda Zero” specifica per il settore

Le aspettative di Perruggini:

“La  Giunta sostenga questa soluzione che oltre che urgente è fondamentale”

e aggiunge “se vogliamo dare un segnale concreto di attenzione verso le fragilità che non devono più essere trasformate in condanne!

Gli organici che mancano, un problema che affligge tanti settori

Non puo’ essere solo qualche volenteroso ad occuparsi di un settore di vitale importanza, ricordiamo i numeri in ballo:

Sono oltre 500 le strutture che con questo andazzo non vedranno gli accreditamenti chissà quando.

Un appello simile arriva dal Consigliere regionale Michele Mazzarano in merito a quanto previsto, e al momento non ancora attuato

Il riferimento è alla delibera di Giunta Regionale 2074 del 6 dicembre scorso.

“Nell’odierna seduta della Commissione Sanità, ho chiesto all’assessore Palese chiarimenti circa la mancata istituzione dell’Azienda Zero e dell’Azienda della Prevenzione”.

L’importanza dell’Azienda Zero

“L’Azienda Zero consentirebbe maggiore razionalizzazione, integrazione ed efficienza dei servizi tecnico amministrativi di supporto alle Aziende del Sistema Sanitario Regionale;

Esperienze simili esistono in Emilia-Romagna, Toscana e Lazio.

L’Azienda della Prevenzione invece permetterebbe di garantire il potenziamento, l’omogeneità e l’integrazione delle attività di prevenzione e promozione della salute pubblica.

Finora i Dipartimenti di Prevenzione sono stati considerati la “cenerentola” delle Asl.

L’Azienda della Prevenzione invece permetterebbe di garantire il potenziamento, l’omogeneità e l’integrazione delle attività di prevenzione e promozione della salute pubblica. Finora i Dipartimenti di Prevenzione sono stati considerati la “cenerentola” delle Asl.

 

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