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Stop ai cellulari in classe: “Via i cellulari dalle classi nelle ore di lezione”.

Valditara, il nuovo ministro dell’Istruzione  intervistato da Monica Setta nel programma il Confronto ha anticipato la circolare.

Serietà e attenzione a scuola, giustamente: garantire a studenti e un docenti un tempo di studio in classe senza distrazioni.

Valditara ha ribadito nel programma la sua ipotesi di togliere il reddito di cittadinanza ai giovani percettori che non hanno nemmeno l’obbligo scolastico.

“O colmano il gap” ha detto il ministro “o perdono il reddito”.

Lavori socialmente utili

 “Bisogna tornare al merito ed in questa chiave la Grande alleanza che propongo anche ad imprese e sindacati

sarà un metodo essenziale per superare pure il gap competitivo di cui soffre l’istruzione tecnico professionale italiana rispetto ad altri paesi internazionali”.

Una serie di idee e proposte per recuperare i giovani, farli crescere ma anche indirizzarli allo studio e al lavoro.

Nulla di nuovo, tornando ai cellulari, si potrebbe dire:

La Direttiva 104 del 2007 è chiara: in classe non è permesso utilizzare gli smartphone.

Gli esempi di Bologna e Ravenna ci sono.

Il dirigente di Ravenna era stato chiaro:

“L’intento è quello di garantire agli studenti la migliore e proficua attenzione nel corso delle attività didattiche

nonché di favorirne la socializzazione e di combattere le ormai sempre più diffuse dipendenze da smartphone”.

I cellulari vanno consegnati spenti e raccolti dall’insegnante, in una scatola apposita.

Possono essere lasciati in mano agli studenti per la reperibilità e le urgenze familiari.

Cosa dice la norma:

Direttiva Ministeriale 104 del 30 novembre 2007:

“Dall’elenco dei doveri generali enunciati dall’articolo 3 del D.P.R. n. 249/1998 si evince la sussistenza di un dovere specifico, per ciascuno studente, di non utilizzare il telefono cellulare, o altri dispositivi elettronici, durante lo svolgimento delle attività didattiche, considerato che il discente ha il dovere: – di assolvere assiduamente agli impegni di studio anche durante gli orari di lezione (comma 1); – di tenere comportamenti rispettosi degli altri (comma 2), nonché corretti e coerenti con i principi di cui all’art. 1 (comma 3); – di osservare le disposizioni organizzative dettate dai regolamenti di istituto (comma 4). La violazione di tale dovere comporta, quindi, l’irrogazione delle sanzioni disciplinari appositamente individuate da ciascuna istituzione scolastica, nell’ambito della sua autonomia, in sede di regolamentazione di istituto”.

 

 

 

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