22 Novembre 2024 20:20
Suicidi, un numero non indifferente e la Ministra Lamorgese cosa ha fatto finora?
Suicidi, sono 355 dal 2014 al 2021
Suicidi. Sono 355 gli agenti delle forze dell’Ordine:
Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria e Polizia Locale.
Numero importante di coloro che si sono tolti la vita dal 2014 al 2021 in Italia, secondo i dati raccolti dall’osservatorio nazionale suicidi ONSFO.
Numeri impressionanti se confrontati con altre categorie.
il tasso del suicidi in Italia e dello 0.60 per mille nella popolazione normale
Sale all’1 per mille tra gli agenti di polizia e all’1.30 per mille tra gli agenti di Polizia Penitenziaria.
Stupisce che coloro che sono impegnati nella tutela del cittadino e nella lotta alla criminalità, abbiano tali problemi.
L’identità e la tutela dei militari sono il nocciolo della questione
Secondo Polizia Penitenziaria:
“credo sia necessario avere risposte urgenti al significato di chi e come deve essere una persona in divisa, in proposito sono due gli aspetti che non possano essere trascurati.
La società è cambiata ( in peggio), e ci vanno di mezzo i militari alle prese con la politica che li condiziona fortemente.
Uno dei tanti aspetti che condizionano la loro azione, è la nomina ai vertici che influisce sui sottoposti.
E chi ha meriti e cervello si sente scavalcato, come avviene nell’ambito privato, nelle aziende.
La differenza è però notevole, stare sulla strada con tossici, alcolisti, ed estremisti di ogni genere, non è come in fabbrica o ufficio.
Gli episodi che stressano i militari sono all’ordine del giorno, personaggi si fa per dire, che saltano sulle volanti provocando danni che non pagano.
Uno per tutti, l’immigrato che minaccia di sgozzare un agente
Una volta rientrati a casa, come si fa a dimenticare quanto visto e a furia di assorbire e buttare giu’ veleno, accade l’irreparabile.
Ecco l’arrivo della sindrome di burn-out, di cui avevamo parlato
Burnout: una sindrome da rapido esaurimento emotivo e fisico ed erosione dell’impegno nel lavoro
E’ il risultato dello stress cronico nelle persone che si occupano degli altri esseri umani
in particolare se questi hanno problemi o stanno soffrendo.
Il nome deriva dall’espressione inglese «to burn out», ovvero «bruciarsi, esaurirsi». Il burnout è uno stato di esaurimento sul piano emotivo, fisico e mentale.
Chi sono i colpiti?
Sono i medici, psicologi, assistenti sociali, pedagogisti, counselors, esperti di orientamento al lavoro, fisioterapisti, operatori dell’assistenza sociale e sanitaria, infermieri.
Tutti coloro che fanno un lavoro particolarmente esposto ad emozioni forte, ad esempio oltre alle categorie sopra riportate anche i poliziotti, carabinieri, ecc.
Le leggi poi, non aiutano, ci sono casi di carabinieri e poliziotti che hanno dovuto sobbarcarsi le spese per essersi difesi in servizio.
In alcune regioni particolarmente attente ci sono provvedimenti ad hoc, Piemonte:
il presidente Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Icardi
“andiamo a sanare un’assurdità del sistema burocratico nazionale, secondo cui gli operatori della sicurezza, che non godono della copertura assicurativa Inail, devono pagarsi il ticket delle spese sanitarie conseguenti agli infortuni nell’ambito del loro lavoro.
Una situazione che non ha motivo di esistere e a cui il Piemonte ha voluto porre rimedio facendovi fronte con risorse proprie, come segno di equità nei confronti di questi lavoratori che rischiano quotidianamente la loro incolumità per la sicurezza del territorio”.
Un riconoscimento dovuto che dovrebbe fare scuola…