Si allunga il “filotto” di scioperi a Trenord del 2021. Quello di domenica 24 ottobre sarà il settimo dall’inizio dell’anno. Pur in un anno di pandemia e di difficoltà per assicurare le norme sanitarie è esplosa la conflittualità sindacale nell’azienda nata 11 anni fa dal matrimonio delle FNM con le FS ma gestita con un patto di sindacato dalla regione Lombardia.
L’allora presidente della regione che tanto volle il matrimonio, Roberto Formigoni, definì Trenord un passo federalista che avrebbe migliorato i servizi e ridotto i costi di gestione grazie a relazioni sindacali innovative.
Nulla di tutto ciò è accaduto. Sono aumentati i costi di gestione, gli scandali (i più noti sono quelli di Norberto Achille per le spese pazze 2015, Gold rail 2012, straordinari pagati e non fatti 2014 ed altri ancora) ed i disagi per i pendolari con record di ritardi e soppressione dei treni.
L’assessore ai trasporti Claudia Terzi dovrebbe dimettersi, come chiedono da alcune settimane i comitati pendolari. E’ dal 2002, che l’azienda cerca di passare dalla gestione manuale dei turni del personale ad uno informatizzato (Arco) costato 6 milioni di euro ma non ci riesce ed è proprio per la pessima gestione dei turni del personale che siamo al settimo sciopero annuale.
Relazioni sindacali improntate al consociativismo e con forti contenuti corporativi hanno portato al collasso tecnico e gestionale permanente Trenord.
Le continue proroghe della concessione e le garanzie del monopolio a Trenord da parte della Regione hanno totalmente deresponsabilizzato i maneger (scadenti) ed i sindacati fino a questo incredibile “filotto” di scioperi. Dario Balotta presidente ONLIT Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni Infrastrutture e Trasporti Milano 24 ottobre 2021