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Uno scatto d’orgoglio  ( di Ettore Bonalberti  )

Proseguono  i  tentativi  per  la  ricomposizione  politica  dei  cattolici  democratici  e  cristiano  sociali. Ora, però, serve uno scatto d’orgoglio in avanti per superare il surplace inefficiente che  mantiene  in  vita  le  vecchie  casematte,  ognuna  delle  quali  sopravvivono  con  l’ambizione/presunzione  di  poter  accasare  le  altre  esperienze  in  campo.  Se  non  si  supera  questa  condizione  di  stallo, si  arriverà  alla  scadenza  delle  elezioni  politiche  ancora  divisi  e  irrilevanti. 

In un incontro informale di alcuni amici, l’On Publio Fiori, ieri, ci ricordava come fosse prassi  della DC nei momenti più difficili ricorrere alla convocazione di un’assemblea nazionale; una  sorte  di  stati  generali  dai quali  vennero  sempre  idee  e  soluzioni  politico  programmatiche  importanti per il partito e per il Paese. 

Nella pluralità dei linguaggi che sono stati sin qui espressi dai diversi attori, a me sembra che  la  proposta  di  Fiori  potrebbe  essere  favorevolmente  accolta, non  solo  dagli  amici  della  Federazione Popolare DC, della DC guidata da Renato Grassi, di Insieme, di Rete Bianca e delle  tante associazioni, movimenti e gruppi di ispirazione democristiana e popolare, ma anche da 

quella più vasta realtà culturale e organizzativo- sociale del mondo cattolico. 

Un  comitato  promotore  dei  diversi  organismi  potrebbe  fissare  le  regole organizzative  di  questa’assemblea nazionale sul tema della ricomposizione politica dei cattolici democratici e  cristiano  sociali  italiani.  In  parallelo  a  questa  iniziativa, nelle  diverse  realtà  territoriali  gli  amici aderenti alle varie realtà associative potrebbero attivare dei comitati civico popolari di  partecipazione democratica, aperti alle comunità locali, nei quali poter discutere dei principali  temi  di interesse  dei  cittadini.  Comitato  civico  popolari  che  favorirebbero la  partecipazione  più ampia e l’emergere delle istanze locali nell’assemblea nazionale. 

Se vogliamo reagire al clima dominante di relativismo morale e culturale, di anomia sociale e  di  nostra  sostanziale  irrilevanza  politica,  bisogna  ripartire  dalle  realtà  locali  e  dai  concreti  bisogni dei cittadini: elettrici ed elettori, che da troppo tempo alimentano la vasta platea dei  renitenti al voto.  

In alternativa alle  velleitarie ambizioni  dei  soliti  noti,  che  da molti,  troppi anni, galleggiano,  favorendola,  sulla  suicida  diaspora  succeduta alla  fine  politica  della DC; 

personaggi  non  più  credibili  per  rappresentare  la  fase  nuova  dell’impegno politico  dei  cattolici  democratici  e  popolari italiani, dai comitati civico popolari territoriali e dall’assemblea nazionale emergerà  la nuova  classe dirigente, destinata a inverare nella  città dell’uomo le politiche economiche,  finanziarie e sociali ispirate dai valori della dottrina sociale cristiana.

E con la selezione di una nuova classe dirigente, l’elaborazione di una proposta di programma all’altezza dei bisogni e  delle  attese  della  povera  gente  e  dei  ceti  medi  produttivi,  unico  antidoto  alla  crisi  di  rappresentanza e di partecipazione politica, che è alla base della crisi del sistema democratico  italiano. 

Ettore Bonalberti 

Venezia, 11 Novembre 2021 

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