16 Novembre 2024 16:26
Violenza contro un Infermiera, casi in aumento, denuncia sindacale
L’estenuante lavoro degli operatori sanitari nei Pronto Soccorso e nelle corsie di Ospedali non prevede come clausola contrattuale di essere insultati minacciati e aggrediti quotidianamente.
Invece questo segnale di insofferenza di pazienti e parenti è diventato la normalità per chi indossa camice o divisa.
Dovrebbe essere chiaro e comprensibile a qualsiasi politico che quando una persona sta male soffrendo di una patologia non tiene in considerazione che, a causa proprio della spending review voluta dalla politica
gli ospedali sono stati chiusi, i posti letto ridotti e il personale sanitario decimato. Il paziente vuole solo essere curato e guarire – aggiungono dal Direttivo Nazionale ULS- .
Tra comunicati di solidarietà triti e ritriti, corsi di autodifesa promossi da sindacati che rimangono sempre allergici agli scioperi robusti:
l’unica risposta istituzionale è stata quella del Ministro della Salute che, come atto forte e decisivo
ha chiesto di efficientare le attività di monitoraggio e prevenzione in capo all’Osservatorio Nazionale
previsto dalla legge 113/2020 per la Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie e Sociosanitarie.
per leggere la legge 113/2020, clicca qui.
La L. n. 113/2020 al cui interno si legge che:
«[i] fattori di rischio responsabili di atti di violenza diretti contro gli esercenti le professioni sanitarie sono numerosi
ma l’elemento peculiare e ricorrente è rappresentato dal rapporto fortemente
interattivo e personale che si instaura tra il paziente e il sanitario durante l’erogazione della
prestazione sanitaria e che vede spesso coinvolti soggetti, quali il paziente stesso o i familiari, che si trovano
in uno stato di vulnerabilità, frustrazione o perdita di controllo, specialmente se sotto l’effetto di alcol o droga»[1].
La rabbia che si trasforma in violenza verso Medici e Infermieri è il frutto di ore di attesa in Pronto Soccorso:
giorni di stazionamento su una barella prima del ricovero, mancanza di personale nei reparti degli Ospedali
E anche altri aspetti:
– liste di attesa di anni per eseguire una ecografia, medici di famiglia impossibilitati a seguire 1800 pazienti
– case della salute ( prossimamente di Comunità ex Dm 77/22) scatole vuote privatizzazione crescente con soldi pubblici e profitti privati.
Bisogna azzerare l’attuale paradigma sbagliato di Salute e ripartire da capo con scelte politiche coraggiose a tutela dei pazienti e non delle società di calcio.
Altrimenti l’assuefazione ai comunicati di solidarietà non ci farà più tornare indietro– concludono Amato e Gentile –.