25 Dicembre 2024 10:17
I suoi calciatori in Qatar ne sono il simbolo
Lavoro, integrità ed eccellenza sono i valori di questo luogo che ha reso la formazione marocchina un riferimento internazionale nei mondiali in Qatar. Alcuni giocatori della Coppa del Mondo 2022 hanno imparato le loro abilità alla Mohammed VI Football Academy (AMF) di Salé, che forma l’élite del calcio.
Otto dei sedici Atlas Lions che sabato 10 dicembre in Qatar hanno giocato contro il Portogallo all’Al-Thumama Stadium di Doha i Qatar nei quarti di finale del Mondiale 2022, provengono dai vari centri di allenamento nazionali. Due di loro sono puri prodotti della fabbrica di talenti per eccellenza: la Mohammed VI Football Academy (AMF). Questo gioiello dell’infrastruttura nazionale allena l’élite del calcio nazionale.
En-Nesyri, il gentiluomo
I suoi allenatori sottolineano sempre la sua generosità, il suo senso del sacrificio e il suo altruismo. Doti che lo rendono un attaccante atipico in Qatar, lontano dai “modelli” a cui ci ha abituato il calcio moderno.
Youssef En-Nesyri, autore del gol vittoria contro la Seleção, è diventato il primo marocchino a segnare in due edizioni consecutive e soprattutto il capocannoniere della storia del Marocco ai Mondiali, con tre gol, nel 2018 e nel 2022.
Ha così superato in Qatar i suoi illustri predecessori Abderrazak Khairi (due gol nel 1986) e Salaheddine Bassir e Abdeljalil Hadda (due gol nel 1998).
Per offrire la sua storica qualificazione in Qatar, l’attaccante inossidabile ha saltato 2m78, un record nella storia del Mondiale, prima di buttare al tappeto Diogo Costa. Prima di lui…Cristiano Ronaldo era alto 2,56 m.
Insomma, En-Nesyri, arrivato all’AMF a soli 12 anni, è riuscito dove hanno fallito Roger Milla, El-hadji Diouf o Asamoah Gyan: mandare l’Africa alle semifinali dei Mondiali. Sarà per sempre il primo.
Ounahi, piena luce
Azzedine Ounahi, indispensabile nel centrocampo dei Lions in Qatar, è uno dei giocatori ombra più brillanti. A 22 anni è quello che ieri sera ha corso di più contro il Portogallo con in particolare 12,14 chilometri percorsi, 72 sprint e 162 gare ad alta intensità.
Ounahi è anche il giocatore che ha fatto più pressione difensiva (76) in Qatar e quello che ha offerto più soluzioni ai compagni (67). Dinamo di questa squadra, riservata e schiva, il centrocampista destro si è rivelato a tutti durante questo torneo.
Luis Enrique, l’esigente (e ora ex) allenatore della Spagna, lo aveva inondato di elogi dopo gli ottavi di finale vinti dai Lions in Qatar contro la Roja (0-0, tab 3-0): “Sono rimasto piacevolmente sorpreso dal numero 8 Non ricordo il nome, mi dispiace. Mio Dio, da dove viene questo ragazzo? Ha giocato molto bene”.
I suoi gesti tecnici folli, il suo rischio sorprendente ma sempre calcolato, le sue incredibili accelerazioni in Qatar hanno impressionato il pubblico, tanto esigente nei confronti della Nazionale. Gli osservatori concordano nel prevedere un futuro lontano da Angers. Forse questo inverno?
Nayef Aguerd, il migliore
Formatosi all’AMF, passato al FUS (sotto la guida di un certo Walid Regragui), prima di volare in Francia (Digione poi Rennes) per approdare infine all’Inghilterra (West Ham), Nayef Aguerd è anche un simbolo di successo del puro prodotto nazionale.
Enorme contro le armate offensive belghe e spagnole, il giocatore ha dovuto ritirarsi contro il portoghese perché ha subito un infortunio al tendine del ginocchio all’84 ‘degli ottavi di finale contro La Roja. Sostituito da un grande Jawad El Yamiq, lo slanciato difensore centrale resta comunque il numero 1 della gerarchia.
Altruista, disinibito, forte con le persone… è uno degli artefici della vincente campagna globale dei marocchini. Il suo perfetto accordo con Romain Saïss promette un brillante futuro per questa squadra già storica.
Figlio e nipote di ex giocatori professionisti, è anche uno dei migliori ambasciatori dell’Accademia Mohammed VI. Molto impegnato anche nei suoi studi, ha conseguito anche il diploma di maturità scientifica, opzione scientifica, con lode nel 2014.
Il successo di questa nazionale in Qatar e la sua folle ascesa è dunque il risultato della formazione “Made in Morocco” che produce giocatori di qualità in grado di competere, e in questo caso di surclassare, giocatori provenienti dai migliori centri di formazione del Marocco Europa.
Alla base della formazione nazionale è proprio l’Accademia Mohammed VI. I suoi vincitori in Qatar sono la gioia dei marocchini, ed è tutt’altro che finita.