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Sanità

Aumenti di 72 Є lordi sul Ccnl Sanità: “Prima eroi, poi calci”.

Calogero ConiglioBy Calogero Coniglio27 Settembre 20214 Mins Read
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Aumenti. Il Consiglio Nazionale di Federazione della Fsi-Usae si è riunito sabato 25 e domenica 26 di settembre a Roma ai lavori preparatori per la protesta fissata per l’ 11 ottobre, contro una trattativa per il rinnovo del Ccnl della sanità inconcludente. Fsi-Usae ritiene infatti che le somme stanziate sono foriere di aumenti indecorosi per il personale della sanità, che esce con le ossa rotte da un’epidemia ancora in corso e che ci siano tutti i presupposti per temere il peggio ed avviarsi verso un rinnovo contrattuale economicamente inadeguato. Inoltre, ad oggi, non sembrano esserci i giusti presupposti e la volontà delle parti di prendere atto, nella riclassifica-zione del personale, della crescita delle competenze e delle specializzazioni. Né d’altro canto sembra che con l’attuale trattativa l’agenzia Aran voglia prendere atto dell’inquadramento degli Oss nel nuovo ruolo sociosanitario in modo adeguato.

Aumenti. Fsi-Usae ritiene 72 € lordi mensili di aumento del contratto nazionale stanziati dal governo mortificanti, feriscono tutti i lavoratori del Ssn ed esprime ferma disapprovazione, il governo trovi le risorse per finanziare un contratto dignitoso, altrimenti la nostra lotta non si può fermare. Le 22 professioni sanitarie, gli oss e tutti i dipendenti hanno combattuto con una pandemia non ancora terminata, con gravi carenze negli organici, carenze di sicurezza dei lavoratori nel posto di lavoro, mal pagati, con diritti continuamente calpestati, ci aspettavamo ben altro da questo rinnovo contrattuale, che segnerà l’ennesimo passo indietro degli operatori della sanità pubblica. Insomma, ci hanno definiti prima eroi e poi presi a calci. Fsi-Usae ritiene che nel comparto, così, gli operatori continueranno ad es-sere retribuiti con paghe da fame e perciò ha proclamato lo sciopero nazionale del comparto della sanità per il prossimo 11 ottobre ed ha organizzato manifestazioni ai livelli regionali.

Con lo sciopero dell’11 ottobre e con le manifestazioni regionali Fsi-Usae: Dice No! Ad aumenti ridicoli ed inconsistenti del salario e a finte revisioni di carriera e chiede aumenti sostanziosi, stipendi base di 2.000 € netti mensili, aumento delle indennità professionali specifiche per operatori sanitari e socio sanitari bloccate da più di 20 anni, una revisione delle classificazioni con percorsi di carriera aperti, il riconoscimento delle competenze professionali e il posizionamento nell’area dirigenziale delle professioni sanitarie. Gli infermieri e le professioni sanitarie che salvano la vita dei pazienti e hanno perso la loro vita, laureati, percepiscono una retribuzione inferiore a quella degli operai che lavorano nelle fabbriche, dove un pezzo che si rompe si può sostituire ma in ospedale ciò non è possibile. Se dovessero firmare il contratto così fatto in Aran, tutti i sindacati saranno complici della fine dei sacrifici e dei sogni delle professioni sanitarie e del personale di supporto, getteranno la maschera e inganneranno i Lavoratori che avevano creduto alle loro promesse.

Adamo Bonazzi, Segretario Generale della Federazione ha dichiarato a tale proposito: “Serve rispetto per gli operatori sanitari a cui va riconosciuta una dignità professionale che oggi – nei fatti – viene negata. Assistiamo alle pantomime della triplice, che fa dichiarazioni assurde a cui sa di non poter tenere fede e alle bugie delle false organizzazioni di categoria che addirittura chiedono di spostare la firma del contratto al 2022 perché non sanno come giustificarsi per le fandonie che hanno raccontato ai lavoratori. Con il Ccnq di individuazione dei comparti si poteva procedere a transitare le professioni sanitarie di cui alla legge 42 del 1999 nell’area della dirigenza ma loro non hanno voluto. Si dicono di categoria ma la verità è che non sono preparati alla crescita culturale della categoria che vorrebbero rappresentare e subiscono la sudditanza dai medici e quindi vogliono che gli infermieri (e le altre Professioni Sanitarie) restino nel comparto”.

Una protesta per cui la Fsi-Usae Sicilia, chiede il coinvolgimento ed il sostegno di tutti i lavoratori della sanità. “Chiamiamo l’11 ottobre tutti i Lavoratori del Ssn allo sciopero nazionale a partecipare alle nostre manifestazioni regionali, in Sicilia è stata organizzata in piazza Ottavio Ziino, a Palermo, di fronte alla sede dell’Assessorato regionale alla Salute” – concludono i componenti della segreteria regionale Fsi-Usae Sicilia Pier Paolo di Marco, Salvatore Ballacchino, Salvatore Di Natale, Maurizio Cirignotta, Renzo Spada, Carmelo Massari e Calogero Coniglio.

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