Ossido di etile

Sentenza Tar Lazio: accesso a Medicina da rivedere.

La sentenza del Tar Lazio che ha annullato le prove di ammissione a Medicina per l’anno accademico 2023/2024 dimostra in maniera inequivocabile che è necessario modificare il sistema di accesso a questa facoltà.

Dieci anni fa, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri chiedeva al governo di aumentare i posti a Medicina, perché era consapevole che, nel 2024, molti più medici sarebbero andati in pensione rispetto al numero degli ingressi a medicina.

Oggi, invece, la situazione è completamente cambiata.

Il numero di medici che andranno in pensione nei prossimi dieci anni è stimato in 7.000, mentre il numero di studenti ammessi a Medicina nel 2023 è stato di quasi 20.000.

Questa situazione è destinata a creare un grave problema di sovrapproduzione di medici, con conseguenze negative sia per il mercato del lavoro sia per la qualità dell’assistenza sanitaria.

Per evitare questo problema, è necessario che il governo intervenga al più presto per rivedere il sistema di accesso a Medicina.
Possibili soluzioni.
Tra le possibili soluzioni per risolvere il problema della sovrapproduzione di medici, si possono considerare le seguenti:

Ridurre il numero di posti a Medicina: questa soluzione sarebbe la più drastica, ma anche la più efficace.

Introdurre criteri più stringenti per l’accesso a Medicina:

questa soluzione potrebbe essere più graduale, ma potrebbe non essere sufficiente a risolvere il problema.

Sviluppare nuove forme di formazione medica: questa soluzione potrebbe consentire di formare medici con competenze più specifiche, in linea con le esigenze del mercato del lavoro.

La posizione della Federazione

La Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri ritiene che la soluzione migliore sia quella di ridurre il numero di posti a Medicina.

La Federazione ritiene che questa soluzione sia necessaria per evitare il rischio di una sovrapproduzione di medici, con conseguenze negative sia per il mercato del lavoro sia per la qualità dell’assistenza sanitaria.

La Federazione chiede al governo di intervenire al più presto per trovare una soluzione a questo problema.

Le conseguenze della decisione

Il Tar infatti ha ritenuto, nonostante la prova sia illegittima, di confermare le ammissioni di chi ha ottenuto “Grazie a tale cabala – sottolineano gli studenti – si bloccano le successive immatricolazioni per scorrimento e non sono autorizzate comunque ammissioni dei primi ricorrenti vittoriosi in sovrannumero.

Secondo il Consorzio interuniversitario (CISIA)

“Il descritto meccanismo – argomenta il Collegio – evidenzia, tuttavia, un aspetto che, alla luce delle risultanze agli atti, appare incontestabile: le prove somministrate ai candidati non erano omogenee quanto a difficoltà complessiva individuata attraverso il coefficiente di equalizzazione”.

Infatti il coefficiente può risultare diverso tra un candidato e l’altro.

 

 

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