La fuga degli operatori sanitari dai Pronto Soccorso italiani non può essere fermata solo dall’indennità annunciata dal Ministro della Salute Roberto Speranza.
“La saggezza popolare – commenta Gianluca Giuliano della Ugl Salute – ci dice che chiudere la porta della stalla quando i buoi sono usciti è inutile. L’intervento del Ministero è un segnale, seppur tardivo, ma non sufficiente. Siamo di fronte – prosegue il sindacalista – all’ennesima esempio di mancata programmazione.
I dati sui contagi tornano a essere molto preoccupanti e la medicina di emergenza degli ospedali è nuovamente sotto la massima pressione.
La Ugl Salute denuncia da tempo l’inadeguatezza degli stipendi degli operatori sanitari italiani rispetto alla media europea.
Riconoscere a chi è stato ed è ancora in prima linea delle specifiche indennità è dovuto, certo, ma è anche un atto che dovrebbe prescindere l’attuale stato di emergenza”.
Il Segretario aggiunge: “Lo scenario in cui questi professionisti operano è composto da turni massacranti, esposizione alla possibilità di contagio, stress lavorativo, rischio di aggressioni.
C’è bisogno di una rivoluzione strutturale.
Servono adeguamenti economici, miglioramento della qualità degli standard lavorativi, certezza di poter svolgere la professione al riparo da rischi per la propria incolumità fisica.
Chiediamo anche una campagna di assunzioni, con forme di contatto a tempo indeterminato.
Serviranno a rafforzare le fila di chi è impegnato oggi in prima linea per far fronte all’emergenza ancora in corso e a gettare le basi per il futuro rilancio del SSN”.

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