Tassa di Soggiorno: a Sesto Calende un’interrogazione per fare luce su incassi, impieghi e controlli

La questione della Tassa di Soggiorno torna al centro del dibattito politico, questa volta attraverso un’interrogazione consiliare presentata nel Comune di Sesto Calende, in provincia di Varese.

Sesto Calende vista dall'alto
Sesto Calende vista dall’alto

Il documento, depositato dai Consiglieri Comunali Mario Boatto e Marco Limbiati, solleva una serie di interrogativi che toccano temi centrali nella gestione delle risorse pubbliche: trasparenza, coerenza tra entrate e uscite, lotta all’evasione e strategia per il potenziamento dell’offerta turistica.

Un caso che, seppur sviluppato in un contesto comunale specifico, assume una valenza più ampia, riflettendo un’esigenza diffusa tra gli operatori del settore ricettivo in molte realtà italiane: sapere come vengono gestiti i fondi derivanti da un’imposta che coinvolge direttamente strutture, ospiti e istituzioni.


Un’imposta utile ma spesso opaca

La Tassa di Soggiorno rappresenta uno degli strumenti introdotti a livello locale per finanziare il turismo a Sesto Calende. L’imposta, applicata ai pernottamenti nelle strutture ricettive, dovrebbe idealmente servire a migliorare servizi, infrastrutture, promozione e accoglienza. Tuttavia, la sua gestione è spesso oggetto di critiche da parte di albergatori e operatori, che denunciano poca chiarezza su importi riscossi e utilizzo concreto delle risorse.

È proprio da queste premesse che nasce l’interrogazione presentata a Sesto Calende. Durante un incontro promosso dall’Amministrazione Comunale con le categorie produttive del territorio – e in particolare con i gestori di hotel, B&B e campeggi – è emersa la richiesta di una rendicontazione dettagliata sull’imposta. Boatto e Limbiati, raccogliendo il malcontento e le domande degli imprenditori, hanno deciso di tradurlo in un atto formale rivolto al Sindaco e agli Assessori competenti.


Le domande rivolte all’Amministrazione

Sesto Calende al tramonto
Sesto Calende al tramonto

Nel documento, i due consiglieri chiedono di conoscere l’ammontare complessivo degli incassi derivanti dalla Tassa di Soggiorno dall’anno della sua introduzione fino all’ultimo dato disponibile. Ma soprattutto vogliono sapere come questi fondi siano stati utilizzati: quali progetti siano stati finanziati, se siano stati promossi eventi turistici, migliorati servizi o realizzate campagne di comunicazione.

L’interrogazione chiede inoltre di rendere nota la previsione di incasso per l’anno in corso, di stimare l’evasione dell’imposta e di spiegare quali criteri siano stati utilizzati per calcolarla. Non meno importante, l’interesse per gli strumenti di controllo messi in campo per contrastare l’elusione o il mancato versamento da parte delle strutture.

Infine, i consiglieri domandano quali siano le linee guida adottate dal Comune per l’impiego dei fondi, e in che modo si garantisca che essi siano effettivamente destinati al comparto turistico, come previsto dalla normativa.


Trasparenza e dialogo: una questione di fiducia

«Durante l’incontro con gli operatori – dichiarano Boatto e Limbiati – abbiamo registrato un forte bisogno di trasparenza e la percezione che, in assenza di rendicontazioni chiare, i fondi della Tassa di Soggiorno possano essere dispersi nel bilancio comunale anziché investiti nel turismo. Il nostro intento non è polemico, ma propositivo: vogliamo stimolare una riflessione pubblica sull’uso delle risorse e contribuire a costruire un rapporto di fiducia tra istituzioni e territorio».

Questa posizione, pur inserita nel contesto specifico di Sesto Calende, tocca un nodo cruciale che riguarda molte amministrazioni locali: il corretto equilibrio tra autonomia fiscale e trasparenza nella spesa. Spesso, infatti, l’assenza di una comunicazione efficace sull’impiego dei proventi di imposte di scopo – come la Tassa di Soggiorno – genera sfiducia, alimenta sospetti e indebolisce il dialogo con le categorie economiche.


Un modello replicabile in altri Comuni

Sesto Calende - Panorama
Sesto Calende – Panorama

L’iniziativa assunta a Sesto Calende potrebbe rappresentare un modello replicabile in altri Comuni italiani, dove le medesime dinamiche sono presenti ma restano sottotraccia. La richiesta di rendicontazione non riguarda soltanto gli importi, ma anche la strategia con cui i fondi vengono reinvestiti nel tessuto turistico locale.

Affinché la Tassa di Soggiorno diventi realmente uno strumento al servizio dello sviluppo territoriale, è indispensabile che il suo utilizzo sia visibile, misurabile e condiviso. Dall’organizzazione di eventi culturali alla promozione turistica, dalla valorizzazione del patrimonio artistico alla creazione di servizi per l’accoglienza, ogni intervento finanziato dovrebbe essere reso noto alla cittadinanza, ai visitatori e, soprattutto, a chi quella tassa la riscuote ogni giorno.


L’interrogazione come strumento di partecipazione attiva

«Non ci limitiamo a porre domande – aggiungono i firmatari dell’interrogazione – ma ci rendiamo disponibili a confrontarci con l’Amministrazione e con gli operatori per trovare soluzioni condivise. Le risorse raccolte dai turisti dovrebbero essere restituite in valore al territorio. Questo è il principio su cui vogliamo costruire il confronto».

In attesa della risposta ufficiale del Comune, l’interrogazione contribuisce già ora a riportare il tema della Tassa di Soggiorno al centro del dibattito pubblico, ricordando che trasparenza e partecipazione non sono solo doveri istituzionali, ma strumenti fondamentali per costruire comunità consapevoli e resilienti.

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