Sicurezza in mare, vediamo cosa dicono le leggi internazionali, l’interpretazione di Ennio Pietrangeli, Information Warfare, Security and Defense.

L’intervista è stata rilasciata al movimento politico Casa degli Italiani, Presidente Giuseppe Criseo.

Sappiamo tutti che la “patata bollente” è fonte di dibattito politico in Italia soprattutto visto che il resto degli europei, soprattutto i nordici, fanno finta di nulla.

Non solo non vedono, ma addossano all’Italia la gestione del problema, visto che siamo i piu’ vicini all’Africa.

La versione e i dettagli della questione vengono però analizzati da Ennio Pietrangeli, esperto di sicurezza, la cui collaborazione è preziosa e che dice:

l’obbligo di assistere imbarcazioni in pericolo dove nasce?

l’obbligo di assistere imbarcazioni in pericolo e’ ben definito in trattati internazionali:

nella fattispecie la Convezione SOLAS (Safety of Life at Sea) dell’ International Maritime Organization, agenzia dell’ ONU.
Esiste inoltre una convenzione internazionale per la ricerca e soccorso in mare, la “International Convention on Maritime Search and Rescue” (SAR), adottata ad Amburgo nel 1979 ed entrata in forza a giugno 1985.

Sicurezza in mare. Questa convenzione stabilisce le aree di responsabilita’ dei stati costieri e le procedure per il salvataggio delle navi in pericolo.

E’ evidente che le acque antistanti la Libia sono di responsabilita’ di questo Stato, con adiacenti le acque di responsabilita’ SAR Maltesi e Tunisine.
E’ anche evidente che l’ Italia si trova molto piu’ a nord e con zona SAR non adiacente alla Libia.

Sicurezza in mare. La sicurezza per i migranti, imporrebbe di usare il porto piu’ vicino, giusto?

il porto sicuro piu’ vicino, se escludiamo la Libia, e’ sicuramente Zarzis in Tunisia, o Sfax, sempre in Tunisia.

L’intervista in forma integrale è visibile sul sito di “CASA DEGLI ITALIANI”, CLICCANDO QUI

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