27 Dicembre 2024 04:46
Strage di Erba : Rosa e Olindo innocenti
Era l’11 dicembre 2006 quando in una palazzina nel cuore della cittadina furono uccisi Raffaella Castagna, il suo bambino Youssef, che aveva solo due anni, la madre Paola Galli.
Fu uccisa anche la vicina di casa Valeria Cherubini, e sgozzato il marito Mario Frigerio divenuto poi unico testimone e che però morirà successivamente.
Agli atti le dichiarazioni in cui i due coniugi che ammetto di essere stati gli autori della strage, un testimone oculare, ad oggi defunto, che in quella occasione rischio’ lo sgozzamento per mano dei due coniugi.
Due sentenze di colpevolezza passate in giudicato e la terza in Cassazione del maggio 2011 con la sentenza che vede i due coniugi condannati al carcere a vita.
Dopo la lettura e l’analisi di tutta la documentazione processuale, il Sostituto Procuratore generale di Milano Dott. Cuno Tartuffer chiede la riapertura del caso, indicando come motivazione “in tutta coscienza, per amore di verità e di giustizia e per l’insopportabilità del pensiero che due persone, probabilmente vittime di errore giudiziario, stiano scontando l’ergastolo».
Intanto emerge che ci sarebbe un nuovo testimone, secondo quanto sostiene la difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Una prova contenuta nella richiesta di revisione che “tra qualche giorno” i difensori depositeranno alla Corte d’appello di Brescia per chiedere la riapertura del caso.
Si tratterebbe di un uomo tunisino, socio in affari con il fratello di Azouz, padre e compagno delle vittime.
Affari naturalmente che riguardano il mondo della droga.
Secondo il tunisino la nuova pista riguarderebbe un regolamento di conti tra bande rivale, sfociato nell’agguato di via Diaz, dove sempre secondo ‘uomo erano nascosti soldi e droga.
un uomo tunisino, finito in un’inchiesta della Guardia di finanza e legato in affari con il fratello di Azouz Marzouk (compagno e padre di due delle vittime), il quale avrebbe offerto una pista alternativa: un regolamento di conti tra bande rivali, legato al mercato dello spaccio, che sarebbe sfociato nell’agguato all’interno dell’appartamento di via Diaz in cui, secondo il suo racconto, venivano nascosti droga e soldi.
In tutto ciò naturalmente non mancano parole di indignazione della famiglia Castagna che pensa che per i suoi cari non ci sia ancora pace