Targhe estere in Italia, Aduc denuncia a commissione Ue

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Targhe estere in Italia, Aduc denuncia a commissione Ue



Targhe estere e residenti in Italia. Le sanzioni violano diritto europeo. Aduc denuncia a commissione Ue

Firenze, 10 Luglio 2020

L’Aduc ha presentato denuncia alla Commissione Europea per il contrasto con il diritto europeo dell’art. 93, co. 1-bis e ter, del Codice della Strada che impone pesanti sanzioni per i residenti in Italia da più di 60 giorni alla guida di un’auto con targa estera.
La lista delle violazioni è piuttosto lunga (1).
In particolare si è osservato che lo Stato membro Italia, con tale normativa, ha violato:
- la Direttiva CE 83/182 agli artt. 3 e 4, vale a dire il divieto di imposizioni fiscali sulla circolazione di veicoli stranieri che si trovano per meno di 6 mesi, durante il periodo di un anno, sul territorio nazionale, qualora il detentore abbia la sua residenza normale in un altro paese membro dell’UE e utilizzi il veicolo da turismo per scopi privati o professionali;
- gli artt. 21 e 45 del TFUE che garantiscono la libera circolazione dei cittadini e dei lavoratori all’interno dell’UE;
- l’art.15 co. 2, della CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI UE sulla libertà di cercare un lavoro, di stabilirsi o di prestare servizi in qualsiasi stato dell’UE
- l’art. 47 della CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI UE sul diritto ad un ricorso effettivo a un giudice.
La denuncia è ora all’esame della Commissione. Speriamo che la stessa decida di dare seguito alla denuncia e apra un procedimento d’infrazione nei confronti dell’Italia obbligandola a conformarsi alla normativa europea e a risarcire i danni ingiustamente arrecati a ignari automobilisti. La soluzione più rapida del contrasto sarebbe ovviamente un emendamento della norma che però non appare prossima visto che, ad oggi, il Governo non è intervenuto neanche sulle parti più gravemente incostituzionali dei decreti sicurezza. È di ieri, 9 luglio 2020, la notizia che la Corte Costituzionale ha dichiarato l’incostituzionalità della disposizione che preclude l’iscrizione anagrafica degli stranieri richiedenti asilo (2).
In attesa di un intervento della Commissione o del Governo ricordiamo che chi abbia subito un verbale ai sensi dell’art. 93, comma 1-bis CdS ma non abbia in Italia la “normale residenza” (185 giorni in un anno) e l’auto con targa estera è circolata per meno di sei mesi sul territorio italiano, è possibile vagliare, nel caso specifico, un’azione di risarcimento dei danni subiti da un verbale emesso sulla base di una norma interna in aperto contrasto con il diritto europeo.

Sullo stesso tema arriva pure la denuncia dell'Automobile Club Napoli:

"il locatario può circolare illimitatamente in Italia beneficiando di vantaggi economici non spettanti - rileva Coppola - Per esempio, non deve pagare il bollo auto, né le imposte gravanti sui veicoli di lusso, né includere questo bene nella dichiarazione dei redditi. Inoltre, può più facilmente eludere l'obbligo assicurativo, poiché, per convenzioni internazionali, le forze dell'ordine non possono controllare la sussistenza della copertura RC Auto sui veicoli stranieri, e persino omettere di pagare le 'multe'. E ciò a causa del complesso iter di individuazione del responsabile di una infrazione commessa con un veicolo estero e della relativa notifica del verbale di accertamento". Senza considerare, evidenzia Coppola, "che su tali veicoli non è possibile applicare eventuali fermi amministrativi, né si può effettuare la revisione in Italia, con evidenti rischi per la sicurezza stradale".