24 Novembre 2024 12:18
Il videogaming tra narrazione ed intrattenimento
Oggi sembra strano, specie per i videogiocatori più giovani, ma non sono poi così distanti i tempi in cui il videogaming era visto alla stregua di un passatempo dallo scarso valore, quando non direttamente un’attività dell’età adulta.
Sebbene non sia uno stereotipo ancora totalmente sradicato, molti passi avanti sono stati fatti in tal senso fino ad arrivare alla situazione attuale.
Il mondo del videogioco crea non solo produzioni che soddisfano esigenze di intrattenimento, ma opere narrative al pari di film.
Il videogaming è utilizzato con successo in campo artistico, culturale e turistico, e attraverso titoli videoludici è possibile perfino imparare, come in un recente esempio sulla storia delle assicurazioni.
Questo profilo, a ben vedere, ha costantemente caratterizzato svariati titoli, rappresentando forse il miglior esempio di come a cambiare non sia stato tanto il videogioco come media, quanto piuttosto l’approccio allo stesso da parte del sentire comune.
Se è vero che giocare è un modo per imparare, specie per i più giovani, il concetto può essere traslato muovendosi da gioco a videogioco.
Videogaming e componente didattica
La validità di tale affermazione è dimostrata da diversi titoli che si sono distinti per un mix di varie proporzioni tra gameplay e componente didattica.
A metà anni 2000 DeAgostini lanciò PC Genius: un insieme di software che attraverso dei semplici giochi fornivano nozioni di argomenti scolastici.
Sempre DeAgostini, nello stesso periodo, rilanciò il progetto Magic English, un semplice corso di inglese basilare presentato da personaggi del mondo Disney.
Già distribuito dal 1997 nelle edicole su videocassetta, venne rielaborato sfruttando gli ormai diffusi DVD che permettevano l’inserimento di semplici giochi interattivi.
Più di recente, basti pensare al titolo mobile A Life in Music, commissionato dal Teatro Regio di Parma e incentrato sulla vita e le opere di Giuseppe Verdi, capace di vincere importanti riconoscimenti del settore.
Si potrebbe obiettare che i precedenti esempi siano considerabili videogiochi in maniera incidentale, dato che il loro focus principale è rivolto all’apprendimento.
Tale critica non spiega come si trovino le stesse tracce: perfino in titoli apparentemente dedicati al semplice intrattenimento si nascondono, dei profili didattici.
È il caso delle piattaforme che propongono passatempi da casinò: oltre al profilo ludico, molta importanza riveste il contenuto didattico attraverso il quale imparare il valore delle mani, oppure cosa significa l’acronimo RTP, fino ad arrivare a storia e strategie del passatempo.
Videogiochi che hanno fatto la storia
Anche alla base di Tetris, uno dei titoli centrali nella storia del videogioco, si trova una genesi legata alla didattica: il suo sviluppatore, il russo Aleksej Leonidovič Pažitnov, era un informatico impiegato all’Accademia delle Scienze dell’Unione Sovietica.
Si dedicò allo sviluppo di un modo per applicare il concetto di polimini, figure composte da un numero predefinito di quadrati, a un videogioco.
Il Tetris, in effetti, altro non è che l’incastro fra tutte le possibili combinazioni di un tetramino, ossia un polimino composto da quattro quadrati.
Non mancano degli esempi che rappresentano una perfetta via di mezzo tra i due estremi: si tratta tipicamente di titoli dove il gameplay ha delle componenti didattiche.
Il gameplay dei titoli della serie Age of Empires, per esempio, ha sempre avuto un importante approccio storico: nel menù di gioco, questo veniva proposto con schede informative.
Civiltà, periodi storici, progressi tecnologici, in maniera da dare al giocatore l’opportunità di comprendere meglio, da un punto di vista didattico, il contesto del gioco.
Altro esempio, ancora più significativo, viene dalla serie Assassin’s Creed, le cui ambientazioni spaziano dall’Egitto tolemaico alla Grecia antica, dal Rinascimento alla Londra vittoriana.
Fin dai primi titoli gli sviluppatori di Ubisoft avevano incluso una componente didattica, parallelamente al gameplay, si introducevano approfondimenti sugli avvenimenti storici.
Un approccio dal successo tale che, negli ultimi tre titoli della serie, è stato introdotto il Discovery Tour.
Un particolare DLC dove la mappa di gioco, spogliata di ogni elemento di gameplay, rimane a disposizione dell’esplorazione solo nella sua ricostruzione storica.
Ricco di informazioni e approfondimenti dal taglio museale: un approccio affine a quello di qualsiasi tour in un museo, appunto.