23 Novembre 2024 03:31
Carburante, proteste dei pescatori siciliani ma anche dell’Adriatico
“Siamo fermi in attesa di qualche risposta di qualche politico che ci chiarisca su cosa dobbiamo fare e di che morte dobbiamo morire”
Una frase che è stata raccolta dai giornalisti del TG5
“I soldi sono finiti, afferma un altro pescatore”
La pesca è un settore importante al Nord come al Sud, e non intende solo per i posti di lavoro importantissimi in zone in cui non c’è molto, ma anche per l’indotto.
Il tema lo avevamo già trattato anche per quanto riguarda i pescatori dell’Emilia Romagna, in maggio (2022):
La protesta cresce in tutta Italia, dal Nord al Sud
Nei giorni scorsi la richiesta di Nicola Parente, pescatore di Mola di Bari
“Si stabilisca un prezzo fisso alla pompa da 0,50 a 0,60 euro.
Poi la differenza la deve pagare lo Stato che ha il dovere di trovare una soluzione alle esigenze dei cittadini e delle imprese”.
“Se il gasolio rimane a questi prezzi – dice Parente – scrive la parola fine alla pesca italiana. Il governo ha preso provvedimenti, come il 20% dei consumi nel primo trimestre 2022, vuol dire che da 1,20 il gasolio ci costerà 1 euro, comunque insostenibile.
Ma noi non chiediamo mance o elemosine, chiediamo di essere messi nelle condizioni di continuare a fare il nostro lavoro”
La problematica mai affrontata in maniera definitiva dal Governo precedente ed ora parte l’appello dal Sud all’attuale.
Le difficoltà hanno indotto a diverse richieste:
l’Associazione “Armatori Liberi Mazara” proclama lo stato di agitazione. Ecco quanto si legge:
“La scrivente A.A.L.M con la presente proclama lo stato di agitazione della flotta peschereccia.
In data odierna gli armatori riuniti presso la nostra sede, si è deciso all’unanimità di non intraprendere momentaneamente le attività di pesca.
Si chiede la formale attivazione nei tempi di legge, della preventiva procedura di raffreddamento e conciliazione delle controversie di cui alla Legge 146/90, Legge 83/2000 e successive modifiche ed integrazioni.
La scrivente associazione armatoriale ritiene necessaria la proclamazione dello stato di agitazione per le motivazioni in controversia di seguito elencate:
1. Il settore si ritrova ad affrontare grandissime difficoltà causato dal caro gasolio,
2. Raccomandazioni da parte del GFCM per i piani di gestione nel mediterraneo per l’anno 2023/24/25, 45^ seduta a Tirana (Albania), viene siglata la ripartizione delle quote per la cattura del gambero rosso, gambero Viola, gambero rosa nel mediterraneo, nei rispettivi GSA 12-13-14-15-16-21-24-25.
3. Titolo professionale MAP obsoleto, bisogna intervenire con una modifica del codice della navigazione sull’art. 257, sta creando problemi per tutta la marineria di Mazara.
4. Tabella di Armamento, per la pesca di altura prevede la figura come l’ufficiale di navigazione, affrontare l’argomento con le istituzioni di riferimento per trovare una soluzione.
5. Chiusure di alcune zone di mare trasformate in ZPP o futuri PARCHI EOLICI OFFSHORE RENEXIA della TOTO HOLDING SPA, zone fortemente strategiche per la sopravvivenza della marineria di Mazara del vallo e per tutto il suo indotto.
6. Fermi prolungati nei porti per fermo temporeo obbligatorio continuativo, giorni di recupero e fermo aggiuntivo obbligatorio, causano usura a tutte le attrezzature da pesca e il peschereccio stesso. Causando una grossa perdita economica per l’armatore cui deve affrontare giornalmente manutenzione per evitare ulteriori danni maggiori.
Pertanto sulla scorta di quanto esposto nella nota, firmata dal presidente della stessa Associazione, Maurizio Giacalone: “la scrivente A.A.L.M. conferma lo stato di agitazione e chiede la formale attivazione, nei tempi di legge, della preventiva procedura di raffreddamento e conciliazione ai sensi della Legge 146/90 e della Legge 83/00 e successive modifiche. Lo stato di agitazione sarà a tempo indeterminato e sarà comunicato agli uffici di competenza il termine”.