26 Dicembre 2024 21:17
Traffico illegale di cuccioli dalla Romania, indaga la Procura di Verona.
L’operazione “Ghost kennel” è stata condotta dai Carabinieri Forestali del Nucleo CC CITES di Venezia
In la collaborazione del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Verona.
Sotto la direzione e il coordinamento della Procura della Repubblica di Verona, sono state smantellate le attività di un traffico illegale
Traffico di cuccioli di razza Bouledogue francese provenienti dalla Romania.
Questo traffico era radicato principalmente in provincia di Verona, ma aveva ramificazioni in tutta Italia.
L’operazione prende il nome di “Ghost kennel” poiché i cuccioli arrivati in Italia venivano falsamente presentati dal rivenditore veronese.
Venivano descritti come provenienti da un suo allevamento in Romania, che si è rivelato inesistente (“fantasma”).
L’associazione operava con l’intento di eludere dolosamente le norme che regolamentano il commercio di animali domestici, violando le leggi nazionali e comunitarie sul trasporto e il benessere degli animali.
I reati contestati includono falsificazione di documenti, esercizio abusivo della professione medico/veterinaria, truffa nella cessione dei cani e altri reati correlati.
Quattro soggetti, cittadini rumeni ed italiani, sono stati rinviati a giudizio per i reati sopra menzionati.
Questi soggetti sono stati coinvolti nel traffico di animali e hanno agito in sinergia:
adottavano una strategia criminale finalizzata a ottenere il massimo guadagno possibile dalla commercializzazione dei cani, senza preoccuparsi del loro benessere.
Gli animali sono stati trattati e considerati come oggetti inanimati anziché come esseri viventi e senzienti.
Durante le indagini è emerso che il trasporto dei cani oggetto del traffico illecito veniva mascherato attraverso la falsificazione dei documenti europei, in particolare dei Passaporti PET.
Un veterinario corrotto in Romania era coinvolto nella produzione di questi documenti falsi.
Nei passaporti veniva attestata falsamente l’inoculazione del microchip identificativo, mentre in realtà il microchip veniva accantonato per un utilizzo successivo.
E/o veniva inoculato solo successivamente ai cani cuccioli sopravvissuti.
Inoltre, venivano falsamente attestate la data di nascita, le vaccinazioni e altre prestazioni sanitarie.
L’indagine, che ha avuto una durata di circa due anni, è iniziata nel luglio 2020 a seguito di una denuncia presentata presso il Nucleo CC CITES di Venezia
Denuncia da parte di una persona che affermava di essere stata truffata nell’acquisto di un cane di razza Bouledogue francese.
Le prime indagini hanno portato all’individuazione del soggetto veronese che aveva pubblicato l’annuncio di vendita online.
L’annuncio era collegato ad altri annunci simili, pubblicati con nomi fittizi in varie città italiane.
Nell’abitazione del soggetto sono stati rinvenuti passaporti rumeni non utilizzati, fotocopie.