27 Dicembre 2024 20:42
Tropea sciolto per mafia: “Ente permeabile ai condizionamenti della ‘ndrangheta”
Tropea al centro dell’attenzione di Piantedosi. Il Consiglio dei Ministri ha sciolto il Comune di Tropea per infiltrazioni mafiose.
La decisione, presa il 23 aprile 2024, si basa su una relazione del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che descrive un quadro di forte condizionamento dell’ente locale da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso.
Le motivazioni dello scioglimento di Tropea:
- “Ente permeabile ai condizionamenti esterni della criminalità organizzata”: questa la definizione contenuta nella relazione del Ministro Piantedosi per descrivere il Comune di Tropea.
- “Concreti, univoci e rilevanti elementi del condizionamento dell’ente locale da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso”: questa la formula utilizzata per definire le prove che hanno portato allo scioglimento.
- Sostegno elettorale da parte della ‘ndrangheta: secondo le indagini, la cosca “Rosa”, storicamente egemone sul territorio di Tropea, avrebbe sostenuto il sindaco Giovanni Macrì e la sua lista in occasione delle elezioni straordinarie del 2018.
- Operazione antimafia “Olimpo”: l’operazione, condotta il 26 gennaio 2023, ha fornito ulteriori elementi di prova a sostegno del condizionamento mafioso. Le indagini hanno infatti rivelato il sostegno da parte della ‘ndrangheta all’elezione del sindaco Macrì.
Le conseguenze dello scioglimento:
- Commissariamento prefettizio: il Comune di Tropea sarà ora amministrato da un commissario prefettizio fino alle prossime elezioni comunali, che si terranno entro un anno.
- Scioglimento del Consiglio comunale: tutti i consiglieri comunali sono stati sciolti e non potranno candidarsi alle prossime elezioni.
- Un messaggio di legalità: lo scioglimento del Comune di Tropea rappresenta un duro colpo alla ‘ndrangheta e un messaggio di legalità da parte dello Stato.
Il quadro generale:
- La ‘ndrangheta in Calabria: la ‘ndrangheta è una delle più potenti organizzazioni mafiose al mondo ed è radicata in Calabria, dove condiziona la vita di molte comunità.
- Lo scioglimento dei comuni per mafia: negli ultimi anni, sono stati diversi i comuni calabresi sciolti per infiltrazioni mafiose. Si tratta di un fenomeno preoccupante che evidenzia la pervasività della ‘ndrangheta nel territorio.
- L’impegno dello Stato: lo Stato italiano è impegnato nella lotta alla ‘ndrangheta attraverso l’azione delle forze dell’ordine e della magistratura. Lo scioglimento dei comuni per mafia rappresenta uno dei strumenti utilizzati per contrastare la criminalità organizzata.
In quali casi si può sciogliere un comune?
In Italia, lo scioglimento di un comune rappresenta un provvedimento amministrativo eccezionale, adottato in presenza di gravi e comprovati motivi che minacciano il corretto funzionamento delle istituzioni locali e la legalità. Le ipotesi in cui è possibile disporre lo scioglimento di un ente comunale sono disciplinate dall’articolo 143 del Testo Unico sugli Enti Locali (TUEL) e si suddividono in due macro-categorie:
1. Motivi di carattere ostativo:
- Atti contrari alla Costituzione o gravi e persistenti violazioni di legge: il comune può essere sciolto se i suoi organi deliberativi o esecutivi adottano atti che violano apertamente i principi fondamentali della Costituzione italiana o le leggi vigenti. Si tratta di una fattispecie che tutela l’ordinamento giuridico e i valori democratici.
- Gravi motivi di ordine pubblico: lo scioglimento può avvenire anche in presenza di gravi e perduranti turbative dell’ordine pubblico che compromettano la sicurezza dei cittadini e il regolare svolgimento delle attività istituzionali.
- Infiltrazioni mafiose: il comune può essere sciolto se accertate infiltrazioni mafiose che ne condizionano il funzionamento e ne compromettono l’imparzialità. Si tratta di una fattispecie introdotta per contrastare la criminalità organizzata e tutelare la legalità.
2. Motivi di carattere funzionale:
- Mancata approvazione del bilancio o del piano urbanistico: il comune può essere sciolto se, per due anni consecutivi, non approva il bilancio di previsione o il piano urbanistico. Si tratta di una fattispecie che mira a garantire l’efficienza e la funzionalità dell’amministrazione comunale.
- Dimissioni, impedimento permanente, rimozione, decadenza o decesso del sindaco: lo scioglimento si verifica quando il sindaco, figura apicale dell’ente, viene a mancare o non è in grado di svolgere le sue funzioni. In questo caso, lo scioglimento serve a garantire la continuità dell’amministrazione e l’indizione di nuove elezioni.
- Riduzione del numero dei consiglieri: il comune può essere sciolto se il numero dei consiglieri comunali scende al di sotto della metà dei componenti previsti dalla legge. Si tratta di una fattispecie che mira a garantire la rappresentatività del consiglio comunale e il suo corretto funzionamento.
Procedura per lo scioglimento:
Lo scioglimento di un comune è disposto con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell’Interno, previo parere del Consiglio di Stato. Il provvedimento di scioglimento comporta la cessazione in carica del sindaco, della giunta e del consiglio comunale, e l’affidamento dell’amministrazione del comune a un commissario prefettizio. Il commissario prefettizio ha il compito di gestire l’ente in regime di ordinaria amministrazione fino alle nuove elezioni, che devono essere indette entro un anno dallo scioglimento.
Casistica e dati:
Negli ultimi anni, il numero di comuni sciolti per mafia è purtroppo aumentato, evidenziando la pervasività della criminalità organizzata in alcune zone del Paese. Secondo i dati del Viminale, nel 2023 sono stati sciolti 14 comuni per infiltrazioni mafiose, mentre nel 2022 il numero è stato di 11.
Conclusioni:
Lo scioglimento di un comune rappresenta un provvedimento amministrativo eccezionale e di extrema ratio, adottato solo in presenza di gravi e comprovati motivi che minacciano il corretto funzionamento delle istituzioni locali e la legalità. È un atto che mira a tutelare i cittadini e l’ordinamento democratico, garantendo la sicurezza pubblica e il rispetto delle leggi.
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