Un’opera di “inchiesta” e di denuncia, ma anche uno “scrigno” di sentimenti forti, “un urlo di rabbia” come lo definisce nel prologo Piero Sansonetti, il direttore del quotidiano “Il Riformista”, un pegno d’amore per una terra splendida ma dalle mille problematiche irrisolte, un atto di dolore per le tante, troppe vite spezzate lungo quell’interminabile nastro di asfalto, un intreccio di storie toccanti e persino poetiche originatesi da quell’epicentro narrativo.

Oggi, lunedì 20 dicembre 2021, come annunciato alla vigilia del Natale, è uscito il nuovo libro dell’ing. Fabio Pugliese, “Ecco chi è Stato!”, ma il volume si può già acquistare on line da mercoledì 15 dicembre, dal sito www.editoo.it. Si tratta del secondo volume scritto dal fondatore, già presidente e anima dell’Organizzazione di Volontariato “Basta Vittime Sulla Strada Statale 106”, e che ovviamente non poteva che essere dedicato, come il primo, alla “Strada della morte”, com’è tristemente nota la lunga, vecchia e pericolosa arteria che attraversa tutta la costa jonica in Calabria.

Quarantuno anni, profondo conoscitore delle tematiche legate alla SS 106 “Jonica”, con particolare riferimento al suo preminente tratto calabro, attento osservatore e studioso del problema, grazie al suo impegno e alle sue battaglie per cercare di risolverne le ataviche carenze infrastrutturali, all’origine di innumerevoli tragedie, Fabio Pugliese è oggi considerato un riferimento anche per molti media, locali e nazionali, che intendano analizzare la situazione di uno dei punti neri della viabilità nazionale.

Un fronte caldo nel quale nell’ultimo decennio sono maturate diverse novità che meritavano un aggiornamento e approfondimento, reso possibile anche grazie a “Editoo”, il brand che cura le pubblicazioni di Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che collabora da tempo con l’Associazione “Basta Vittime”, ne sostiene la causa e ha accolto con estremo piacere la proposta e la sfida di concentrarsi anche dal punto di vista “editoriale” su una questione così sentita e su una territorio così prezioso com’è quello calabrese.

Nella prima parte del testo l’autore si ricollega al precedente libro, “Chi è stato? – Un racconto-inchiesta sulla strada Statale 106 Ionica calabrese”, il primo in assoluto realizzato sulla famigerata arteria, contestualizzando la Statale 106 “Jonica” in Calabria, ripercorrendone la storia drammatica e spiegando cos’è oggi. “La Strada Statale 106 non è più una strada, ma un pericolo – scrive Pugliese – Questo pensiero mi avvilisce, perché non dovrebbe essere così, perché una strada è un mezzo utile per ottenere una fetta di libertà, la libertà di muoversi. L’ho sempre immaginata come una linea che unisce il punto da cui si è deciso di partire a quello in cui si è deciso d’arrivare. Come l’espressione pratica di un desiderio”.

La narrazione entra quindi nel vivo con la seconda parte in cui si dà una risposta a quella domanda e si si dimostra perché è difficile realizzare un’infrastruttura in Calabria attraverso il racconto dell’iter di approvazione del Megalotto 3, il tratto ex-novo a quattro corsie con spartitraffico centrale già in corso di costruzione della nuova Statale 106 tra Sibari e Roseto Capo Spulico, in provincia di Cosenza, a cui è stata dedicata la copertina del libro che raffigura, per l’appunto nella piana di Sibari, uno dei tanti cantieri. Un intervento, questo, duramente “osteggiato” ma, contrariamente a quanto accade ad esempio con la Tav, che è avversata dai cittadini della stessa Val di Susa, in questo caso le osservazioni contro il progetto sono incredibilmente giunte per il 93 per cento da residenti fuori dalla Calabria e metà da sedicenti “turisti” di Ferrara: di tutti, nel libro, sono riportati i nomi.

Ma Fabio Pugliese è particolarmente legato soprattutto all’ultima parte del libro, la terza, in cui si raccontano tante storie umane connesse alla 106, che poi rappresentano anche una risposta alla domanda che in tanti gli hanno posto in questi anni: “perché lo fai?”. Anche e proprio per ricordare a uno a uno tutte quelle donne e uomini, giovani e anziani, pedoni, ciclisti, motociclisti, automobilisti e camionisti che hanno esalato il loro ultimo respiro sulla SS106, e ai loro familiari, per rendere loro dignità, nella speranza che il loro sacrificio non sia stato del tutto vano, che questa scia di sangue che ancora scorre possa smuovere le coscienze, soprattutto nelle istituzioni. “Ecco chi è stato!” promette dunque di non lasciare indifferenti i lettori e garantisce spunti importanti di riflessione su una questione da sempre irrisolta e che in Calabria è legata al dolore di tante, troppe persone.

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